Covid-19 e gravidanza: più bimbi prematuri ma solo 3 su 100 contagiati

Secondo la Società italiana di neonatologia solo 3 bimbi su 100 hanno contratto il Covid-19. Ma il 20% di essi nascono prematuri. 

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Un bimbo nato prematuro (Adobe Stock)

Dalla Società italiana di neonatologia arrivano i primi dati del registro Covid-19, presentati al XXVI Congresso nazionale Sin: il 97% dei bimbi nati da madre positiva non ha contratto il Coronavirus. Quindi quello che emerge è che raramente i neonati si contagiano.

Sono infatti stati solo 3 bimbi su 100, in particolare il 2,8% dei casi, a contrarre il Covid-19 da madre positiva, durante la pandemia.

Invece, un dato che salta all’occhio è che è quasi raddoppiata la percentuale dei nati prematuri, che è stata pari al 19,7%, durante l’epidemia da Covid-19.

Secondo la Sin con il Covid-19 più bimbi prematuri e pochi contagiati

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Gravidanza durante il Covid-19 (Adobe Stock)

Dalla Sin, Società italiana di neonatologia arrivano dati confortanti in merito alle mamme che hanno partorito durante la pandemia per quanto riguarda il livello dei contagi. Meno del 3% dei nati durante la pandemia da madre positiva, infatti, ha contratto il Covid-19. 

Se da un lato questo è un dato positivo dall’altro invece raddoppia la percentuale dei bimbi che nascono pretermine, quasi il 20% dei casi, appunto.

La Sin ha raccolto questi dati in un registro per non disperdere il patrimonio di conoscenze scientifiche ed epidemiologiche acquisito dai neonatologi durante la pandemia e li ha presentati in questi giorni durante il XXVI Congresso nazionale a Venezia, in programma dal 7 al 10 ottobre.

In particolare, questi dati arrivano per la maggior parte dalle Regioni d’Italia più colpite dall’epidemia, come Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna.

“Fino a oggi solo 6 bambini su 215 nati da madri positive hanno avuto la trasmissione del virus – ha affermato Fabio Mosca, presidente della Sin. “Quindi il 97% dei neonati ha avuto solo i benefici del contatto con la madre. Inoltre, l’allattamento al seno, nella maggioranza dei casi è proseguito nei mesi successivi. Dei 6 neonati, uno è nato già positivo e tutti hanno avuto un decorso asintomatico o paucisintomatico: nessuno è stato ricoverato in terapia intensiva”.

Solo in un caso potrebbe esserci stata una trasmissione intrauterina dell’infezione. Gli altri cinque bimbi lo hanno contratto tramite ‘droplet’ emesse dalla mamma, o attraverso starnuti o colpi di tosse.

La Sin quindi promuove dunque l’allattamento al seno, anche da parte delle mamme positive, rispettando comunque le regole di sicurezza. 

“Se la donna ha pochi sintomi  – ha continuato Mosca –  è preferibile non separarla dal figlio, per la salute fisica e psicologica di entrambi” – si legge sul Corriere.it.

Sempre secondo i dati della Sin il 77,6 % dei neonati si è nutrito solo con il latte materno. I bambini hanno sintomi più lievi grazie anche alla lattoferrina.

Inoltre, 13 bambini sono diventati positivi al rientro a casa e quindi riportati in ospedale perché avevano febbre  difficoltà ad alimentarsi. Due di loro sono stati assistiti con la ventilazione assistita per qualche giorno. Le donne incinte invece hanno avuto sintomi di lieve-media entità e solo una è stata intubata.

allattamento al seno
allattamento (Istock Photos)

Nel panorama dei dati specifici sul Covid-19 però è emerso un dato che ha destato un certo interesse, ovvero il raddoppio dei nati prematuri, rispetto ai parti pretermine registrati prima della pandemia.

Nel 15,8 % dei casi i lattanti erano molto leggeri e non arrivavano a 2,5 chilogrammi. Il raddoppio dei prematuri è legato a due fattori. “I parti pretermine  – ha spiegato Mosca al Corriere.it – si sono verificati sia per il fatto che in alcuni casi c’è stata la necessità di far partorire prima la mamma perché non stava bene sia, in altri casi, per l’effetto del virus nel determinarlo“.

(fonte: Corriere.it, sin-neonatologia.it)

 

 

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