Razzismo | I Moretti spariscono dai supermercati svizzeri: i motivi

I Moretti sono stati il dolce preferito di generazioni di bambini che, probabilmente, non hanno mai pensato al loro nome come a qualcosa relativo al razzismo. Nonostante questo, la decisione è presa.

moretti
(Fonte: Instagram)

Dopo le proteste che gravitano intorno al motto Black Lives Matter contro il razzismo diffuso nel mondo occidentale, alcune aziende hanno cominciato a mettere in atto delle misure ritenute significative nei confronti di prodotti che potrebbero veicolare del “razzismo occulto”.

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La catena di supermercati svizzeri Migros ha quindi deciso di accogliere le proteste dei suoi consumatori e di eliminare dagli scaffali uno snack dolce conosciutissimo anche in Italia il cui nome è “Moretti”.

Le ragioni che hanno portato alla decisione da parte di Migros potrebbero sembrare eccessive, eppure la linea “dura” contro il razzismo potrebbe essere condivisa da un gran numero di aziende grandi e piccole e potrebbe portare alla sparizione di un buon numero di prodotti o, almeno, al ripensamento totale della loro immagine.

Perché i Moretti hanno a che fare con il razzismo?

Proteste per George Floyd
Proteste per George Floyd negli USA (Fonte: Instagram)

Alla lettera, il nome tedesco dei Moretti si traduce in “Teste di Moro”. “Moro” è il termine arcaico con cui un tempo venivano indicati gli uomini africani o mediorientali, caratterizzati da un tono di pelle molto più scuro rispetto a quello degli europei.

Nella pasticceria tradizionale del Sud Italia viene prodotto da sempre un dolce chiamato, appunto, Testa di Moro, dalla forma rotonda e ricoperto di piccole scaglie di cioccolato fondente che ricordano la folta capigliatura di una persona di colore.

Questo dolce è presente anche nella tradizione dolciaria tedesca, anche se in forma leggermente differente rispetto a quella famosa nel Sud Italia.

 

 

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Il dolce “Testa di Moro” quindi ha una denominazione molto antica, la stessa a cui si è rifatta la casa produttrice nel momento in cui ha deciso di commercializzare questo tipo di prodotto a livello industriale.

C’è da dire però che la polemica intorno ai Moretti nacque già alcuni anni fa, precisamente nel 2017: venne organizzata una petizione con la quale si chiedeva alla casa produttrice non di sospendere la produzione del dolce, ma almeno di cambiare il nome del prodotto.

All’epoca la casa di produzione decise di ignorare la richiesta rimanendo fedele al nome originale. Con ogni possibilità, dopo la comunicazione ufficiale della catena Migros, l’azienda potrebbe cambiare idea.

“Abbiamo deciso di rimuovere il prodotto dal nostro assortimento” ha twittato la Migros. “L’attuale dibattito ci ha spinto a rivalutare la situazione. Siamo consapevoli che questa decisione porterà altre discussioni”.

La catena di supermercati ha anche specificato che non si tratta di un prodotto a marchio Migros, quindi non si può semplicemente procedere a cambiare il nome del prodotto, dal momento che si tratta di una decisione che spetta alla sola azienda produttrice dei dolcetti.

È inoltre emerso che tra tutti i negozio a marchio Migros presenti su territorio svizzero, soltanto due avevano i Moretti all’interno del proprio assortimento. Si tratta quindi di una misura molto poco incisiva, almeno dal punto di vista quantitativo.

A quanto pare, a fare pressione sulla Migros era stato un tweet molto accusatorio che sosteneva: “Il nome del prodotto ha una connotazione estremamente razzista e non politicamente corretta”. Da specificare che questo twit, il cui contenuto è stato riportato da diverse testate, è successivamente sparito dai social.

In Italia lo stesso prodotto è commercializzato da sempre con il nome di Moretti (che fa riferimento alla stessa origine del nome tedesco) ma esiste anche una versione alternativa prodotta da un’altra ditta, chiamata Baci. Si tratta di un parallelismo che esiste anche in Germania, dove le Teste di Moro sono anche conosciute con il nome di Kiss.

 

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Un post condiviso da Jᴀsᴍɪɴ ʙᴀᴄᴋᴛ (@jasmin_backt) in data:

Con ogni probabilità le versioni “politicamente corrette” degli snack si troveranno ancora tranquillamente in commercio: i golosi di tutto il mondo possono stare tranquilli.

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