Marco Vannini, i due nuovi dettagli inediti sul giallo di Ladispoli

Chi ha ucciso veramente Marco Vannini? E’ l’ora della verità. Ora tocca alla magistratura..

 

Marco Vannini (foto dal web)

La trasmissione Chi l’ha Visto?  ha parlato del cado di Marco Vannini per tutta l’estate. La storia del ragazzo di 20 anni ucciso da un colpo di pistola mentre era in casa dei genitori della fidanzata nel maggio 2015, rivelando due nuove circostanze in merito.

Nuove rivelazioni sul caso legato alla morte di Marco Vannini sono state presentate in una puntata estiva della trasmissione Rai Chi l’ha Visto?.. La prima riguarda gli audio della telefonata al centralino del 118 effettuata da casa Ciontoli dopo lo sparo, mentre la seconda una conversazione tra Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, ed una sua amica pochi giorni dopo la tragedia consumatasi nella villetta dei Ciontoli a Ladispoli.

 

Omicidio Marco Vannini, la madre Marina: “Ma se fosse successo ai Ciontoli quello che è successo a me che avrebbero fatto?

marina conte mamma marco vannini

Durante la puntata di ieri della trasmissione Chi l’ha Visto? è stato mandato in onda l’audio ripulito della telefonata effettuata da Antonio Ciontoli la tragica sera del 17 maggio 2015. Durante la conversazione, più volte trasmessa in televisione, si sentono le urla di Marco Vannini sofferente perché raggiunto da un colpo di pistola, ma questa volta si riescono a captare anche altre parole che prima era impossibile decifrare. “Ti prego portami…” urla Marco forse chiedendo di essere riportato a casa o in ospedale per ricevere le cure del caso, mentre Ciontoli parla con l’operatore del 118 che chiede spiegazioni per queste grida. Durante la puntata, l’inviata Chiara Cazzaniga ha intervistato i genitori di Marco: “Siamo stanchi -dice la madre- degli insulti che ci vengono rivolti dalla famiglia Ciontoli perché sono 4 anni che mi hanno ucciso mio figlio e io ancora non so cosa è successo e perché è successo. Quello che racconta Ciontoli è fantascienza, probabilmente quello che è successo non lo sapremo mai, loro sono una famiglia unita a branco e non lo diranno mai loro“. Il padre di Marco, Valerio Vannini parla in merito alle parole dell’ex sottufficiale della Marina Militare che durante l’intervista rilasciata a Storie Maledette ha ribadito di non essere un esperto d’armi: “Lui era un militare – dichiara Valerio Vannini- ha fatto un addestramento militare, dove ti insegnano ad usare le armi e come custodirle, quindi non continui a dire che non conosceva le armi o che non fosse un esperto perché lui conosceva le armi“. “Come si fa a sentire urlare un ragazzo sofferente e non chiamare noi o i soccorsi? Ma se fosse successo a loro quello che è successo a me che avrebbero fatto?” aggiunge Marina Conte. La trasmissione Rai condotta da Federica Sciarelli ha anche mostrato la trascrizione dei carabinieri di una conversazione telefonica tra Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, ed un’amica quattro giorni dopo la tragedia ritrovata nel brogliaccio dei carabinieri. Durante la conversazione, della durata di 33 minuti e classificata come “Molto Importante”, Viola rivela all’amica che le pistole sarebbero state tutto il giorno sopra il divano di casa Ciontoli e, dunque, non all’interno della scarpiera come ha sempre sostenuto il capofamiglia Antonio. Viola spiega all’amica cosa è successo quella maledetta sera e ad un certo punto dice: “Antonio era convinto che le armi fossero scariche, Antonio le aveva lasciate tutto il giorno sul divano“. Una circostanza che se fosse verificata andrebbe in contrasto con la versione dell’ex sottufficiale della Marina Militare fornita sino ad ora. La redazione di Chi l’ha Visto? ha provato a contattare telefonicamente la Giorgini che non ha voluto rilasciare dichiarazioni. “Viola tempo fa -spiega Marina Conte- mi scrisse una lettera dove mi diceva che al termine del processo c’erano delle cose che io avrei dovuto sapere. Lei dice che ci sono delle cose che noi non sappiamo, allora abbiamo ragione noi che non dicono la verità“.

Adesso si aspetta che la Corte di Cassazione si esprima sul caso nell’udienza fissata il 7 febbraio 2020. In primo grado Ciontoli venne condannato per omicidio volontario a 14 anni di reclusione, mentre i familiari (la moglie ed i figli) a 3 anni per omicidio colposo. La Corte d’Appello di Roma ha successivamente ridotto la pena al capofamiglia a 5 anni derubricando l’omicidio volontario ad omicidio colposo ed ha confermato quella per i suoi familiari.

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