Sexting e Revenge Porn, sempre più diffusi tra i giovani, le cose da sapere

5. Il Revenge Porn è normalità e non dovrebbe essere così

Forse uno dei motivi principali per cui esiste il Revenge Porn oggi è la sua diffusa accettazione. Un recente studio presso l’Università del Kent ha dimostrato che il 99% delle persone intervistate ha manifestato divertimento per la pornografia vendicativa online, per più dell’87% degli intervistati.
Solo il 29% dei partecipanti ha affermato che non avrebbe mai inoltrato un atto di Revenge Porn. Questo è un indicatore follemente preoccupante di come la nostra cultura si pone nei confronti degli effetti del Revenge Porn sulle sue vittime.

6. Il Revenge Porn si sta trasformando in uno sport malato

Il Revenge Porn coinvolge molte persone, e viene vissuto con superficialità, come se si trattasse di uno sport o un gioco. Skuola.net, ha riportato i risultati di uno studio condotto su un campione di 14mila studenti tra gli 11 e i 19 anni. E’ emerso che circa il 4% dei ragazzi a scuola utilizzano il sesso come merce di scambio per ottenere favori di varia natura. Iil 66% di loro è stato poi fotografato o filmato a scopo di ricatto. Il 9% ha invece ammesso di fare sesso on line e di aver subito ricatti per questo,  essendo stati ripresi a loro insaputa.

In Australia si sta invece diffondendo un’altro macabro gioco, malato e degradante. Esistono siti sui quali gli adolescenti possono nominare una specifica scuola superiore o regione da cui decidono di prendere le foto, e i nomi completi delle ragazze che hanno deciso di “cacciare”. Una volta stabilito il nome di una ragazza, gli altri membri del gruppo “contribuiscono” pubblicando ulteriori informazioni sulla ragazza, come il nome della sua scuola, il suo numero di telefono, account di social media e persino il suo indirizzo di casa.

I membri del gruppo pubblicano quindi le immagini delle ragazze in questione, a volte barattano e scambiano immagini con immagini più ricercate. In un caso, ad esempio, un utente si è offerto di scambiare fino a 300 immagini di altre vittime, in cambio di una singola foto di nudo di una ragazza che stava “cercando” incessantemente.

Alcune stime indicano che ci sono più di 2.000 siti di condivisione di immagini non consenzienti su Internet, il che significa che c’è molta offerta per soddisfare la forte domanda di questo tipo di contenuti.

7. La legge non tiene il passo con la tecnologia

Le leggi in questo settore sono un pò sorpassate (o inesistenti), con solo 38 stati negli Stati Uniti che in realtà criminalizzano il “Reveng Porn” e altri tipi di pornografia non convenzionale.

Nella maggior parte dei casi, il Revenge Porn viene considerato un reato minore, punibile con una multa di un paio di centinaia di dollari e alcune ore di servizio presso delle comunità. Questa punizione fa impallidire se si considera il danno emotivo e reputazionale delle sue vittime, alcuni delle quali a causa di vergogna e frustazione sono persino arrivati a compiere gesti estremi, come il suicidio. Anche in Italia il Revenge Porn non è ancora stato decretato quale reato.

8. Le vittime di violenza sessuale e Reveng Porn soffrono di problemi di salute mentale simili.

Gli studi hanno dimostrato che esistono somiglianze sorprendenti tra vittime di violenza sessuale e vittime di Reveng Porn. Complessivamente, i partecipanti allo studio hanno sperimentato molti problemi di salute mentale dirompenti e meccanismi di coping negativi, come la negazione, l’auto-colpevolizzazione e la depressione. Le vittime hanno anche riferito di una generale perdita di fiducia nelle altre persone dopo l’accaduto, specialmente coloro che erano stati traditi da qualcuno che amavano.

Molti sopravvissuti al Revenge Porn in questo studio hanno sperimentato molti degli stessi effetti sulla salute mentale vissuti dai sopravvissuti alle violenze sessuali. Come possiamo stare bene vivendo in un mondo in cui questa è la norma?

Perché sentiremo molto parlare di Revenge Porn?

La realtà è che ogni volta che un materiale sensibile viene inviato a qualcuno, c’è sempre l’enorme possibilità che l’immagine o il video vengano condivisi senza consenso. Stanno pertanto nascendo molte campagne di sensibilizzazione che ci ricordano di riflettere ogni volta che ci viene chiesto di condividere immagini hot. Inoltre è sempre più diffusa la richiesta di fare attenzione a custodire materiale sensibile sul proprio dispositivo, le informazioni e le immagini personali possono essere rubate e condivise in ogni momento. Partecipare alla condivisione di un’immagine non consensuale aiuta ad alimentare la domanda di questo tipo di contenuti e contribuisce a renderlo una parte normale della nostra società. Da qui l’importanza di porre dei freni.

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