Katia Follesa: “Pensavo di morire, deve prendere pastiglie a vita”

katia follesa
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La comica e conduttrice Katia Follesa, al settimanale Oggi, racconta il dramma vissuto nel 2006 spiegando come sia cambiata oggi la sua vita.

Katia Follesa, in un’intervista rilasciata ai microfoni del settimanale Oggi, racconta il dramma vissuto nel 2006 e di come la sua vita sia successivamente cambiata. Sempre allegra e solare, abituata a regalare sorrisi e momenti spensierati al suo pubblico, Katia Follesa ha dovuto affrontare un periodo difficile di cui ha deciso di parlare per condividere la sua esperienza con le persone che la seguono con tantissimo affetto.

Katia Follesa: la malattia ha cambiato la sua vita

Katia Follesa
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Nel 2006, Katia Follesa si è sentita male mentre guidava. Dopo essere stata soccorso e in seguito a tutti gli accertamenti, ha scoperto la verità sul suo stato di salute. Ai microfoni del settimanale Oggi, infatti, ha spiegato: “A un certo punto, mi si è annebbiata la vista. Ma soprattutto, non sentivo più il cuore battere, una sensazione tremenda. Oddio, cosa mi sta succedendo? Mi sono spaventata, temevo di morire dentro quella macchina. Per fortuna ho avuto la lucidità di accostare l’auto e aspettare” – ricorda – “Ho scoperto di avere una patologia congenita, una cardiomiopatia ipertrofica. È un disturbo ereditario: ce l’aveva pure mio padre, che purtroppo era morto l’anno prima”.

La scoperta della malattia ha cambiato per sempre la vita della Follesa che segue una terapia che la accompagnerà per il resto della vita: “Sto seguendo una terapia di betabloccanti, e dovrò farlo a vita. Devo prendere pastiglie ogni giorno, ma la malattia è sotto controllo e per ora non sono previsti interventi chirurgici. Ogni sei mesi, però, devo fare degli esami di controllo. Non posso fare sforzi né praticare sport a livello agonistico […] Tutte le mattine vado in palestra, all’ora in cui ci sono le signore anziane. Faccio un’oretta di allenamento cardio, ma senza ammazzarmi”.

Mamma di Agata, 8 anni, Katia Follesa, dopo aver scoperto la malattia che è ereditaria al 50%, ha sottoposto la sua bambina a tutti i controlli: “c’era il 50% di possibiltà che Agata ereditasse la mia patologia, ma per fortuna non è successo”.

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