Gemelle scomparse in Friuli ritrovate: il racconto del soccorritore

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(Facebook)

Le due piccole gemelle di soli quattro anni scomparse in Friuli nel pomeriggio di ieri ritrovate a tarda notte: il racconto del soccorritore che le ha rintracciate.

Lieto fine per la vicenda delle due gemelle di 4 anni scomparse ieri sera a Tarcento, in provincia di Udine. Le bimbe sono state ritrovate e stanno bene. Erano in compagnia del loro pitbull lungo un sentiero che porta al comune montano di Montenars. Per diverse ore, i loro familiari sono rimasti col fiato sospeso. Sulle loro tracce si sono messi i Carabinieri della compagnia di Cividale, i Vigili del fuoco e i volontari della Protezione civile e del Soccorso alpino.

Il racconto del soccorritore delle gemelle scomparse in Friuli su Facebook

Su Facebook, il lungo racconto della notte di ricerche di Alexei, uno dei soccorritori: “Ho il piacere di raccontarvi di come io, Francesco Michelizza e Silvio abbiamo trovato sane e salve le due gemelline Adele ed Elisabetta.. ah si, e il loro pitbull Margot”, inizia il post. Poi prosegue: “Tornato da Udine intorno alle 11:00 (abito a Zomeais) vengo a sapere del triste accaduto e subito parto per Stella in macchina sperando di poter dare una mano, ahimè si era già creato un ingorgo e chi saliva era invitato a scendere. Una volta sceso, il mio amico Francesco mi chiama e dice di volersi unire a me per dare una mano. Quasi a mezzanotte passo a prenderlo a casa sua (Tarcento) e decidiamo di fare il giro per Borgo Cretto così da evitare l’ingorgo creatosi a Stella, durante il tragitto in macchina teniamo gli occhi aperti sperando di avvistare qualcosa”.

Alexei racconta ancora: “Poco dopo aver superato Flaipano incontriamo Silvio, ci dice di essere di Gemona di conoscere la zona e che in quanto padre ha sentito il dovere di aiutare, e da solo è partito alla ricerca. Decidiamo di scendere dalla macchina, unirci a lui e imboccare una strada sterrata che cominciava vicino a dove ci eravamo incrociati. Camminiamo a lungo chiamando ripetutamente le due bambine, ma niente. Il bosco è molto fitto e le nostre torce sono quasi inutili. Dopo circa 45 minuti di camminata giungiamo ad un piccolo edificio diroccato, ci avviciniamo sperando di trovarle dentro ma è vuoto. Da dietro questo edificio partiva un altro sentiero ancora più piccolo e meno battuto”.

Il momento del ritrovamento delle bambine

Quelli sono i momenti decisivi: “Decidiamo di seguirlo, proseguiamo per altri 15 minuti circa e di colpo alle nostre urla sentiamo delle risposte, ci fermiamo, sentiamo voci di bambine e voci di altri soccorritori in lontananza, cominciamo pensare che le abbiano trovate, ma lo stesso continuiamo giù per il sentiero. Arrivati alla fine del sentiero urliamo di nuovo e riceviamo di nuovo risposta, cominciamo a pensare che le bambine siano nel versante opposto al nostro, con questo in mente per poco non decidiamo di tornare indietro”. Il nucleo di soccorritori va fuori sentiero e arriva il momento tanto atteso: “Siamo qui”, sentono pronunciare dalle due bimbe. “Scendiamo ancora un po’ e le nostre torce illuminano loro e Margot, che felicissima ci corre incontro per leccarci”, racconta Alexei.

“Le raggiungiamo, io copro con la mia felpa e la mia cuffia Elisabetta mentre Silvio da la sua giacca ad Adele. Mi prendo in braccio Adele mentre Francesco si prende cura di Elisabetta ed il cane” – spiega ancora il soccorritore – “Comincio a parlare ad entrambe, Adele è vigile e quasi vivace, Elisabetta è un po’ più frastornata e sta più sulle sue. Si lamentano di alcune schegge nelle mani e nei piedi ma stanno bene, infreddolite certo, perché in maniche corte e ciabattine ma subito cominciano a riscaldarsi.
Con Adele in braccio provo a risalire, con insuccesso, terreno troppo ripido e fangoso”. I tre soccorritori urlano di aver trovato le bimbe: “Riceviamo urla di risposta ma tutti gli altri soccorritori e volontari erano troppo lontani per capire la nostra posizione. Silvio contatta i soccorsi via cellulare e decide di risalire il percorso fatto per farsi trovare più facilmente”.

Le piccole raccontano ad Alexei cosa è accaduto, “di aver seguito il cane dentro il bosco, per dopo incontrarne un altro che le ha seguite per un po’ per poi staccarsi (l’avvistamento delle 6:30/7:00), in seguito hanno continuato a camminare fino a che non si è fatto buio e si son fermate, dove le abbiamo trovate. Continuo a tenerle impegnate, parliamo dei loro gatti, della mamma e di cosa andremo a bere e mangiare appena arrivati a casa”. Arrivano poi i primi uomini del soccorso alpino, con cibo e viveri, quindi ci si prepara per riportare le bimbe a casa e farle riabbracciare ai propri cari. Per Alexei questa è “una storia da raccontare ai propri figli, nipoti e pronipoti”.

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A cura di Gabriele Mastroleo

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