Notizie del giorno: le news più importanti del 8 agosto

Notizie del giorno: le prime medaglie per gli azzurri alle Olimpiadi; due poliziotte aggredite con machete in Belgio; oggi sono 60 anni dal disastro di Marcinelle.

Olimpiadi: prime medaglie dell’Italia

Fabio Basile vince la medaglia d'oro nel judo alle Olimpiadi di Rio (TOSHIFUMI KITAMURA/AFP/Getty Images)
Fabio Basile vince la medaglia d’oro nel judo alle Olimpiadi di Rio (TOSHIFUMI KITAMURA/AFP/Getty Images)

Arrivano le prime medaglie per l’Italia alle Olimpiadi di Rio De Janeiro. Dopo un primo giorno con qualche delusione per la brutta caduta di Vincenzo Nibali nella gara di ciclismo e l’oro sfumato per un soffio da Rossella Fiamingo nella spada, con una medaglia d’argento però di tutto pregio. Ieri sera finalmente è arrivato l’oro, ben due medaglie una dietro l’altra. Il primo a vincere l’oro è stato Fabio Basile nel judo uomini da 66 kg. Basile ha vinto per l’Italia la 200^ medaglia d’oro nella storia delle Olimpiadi. Poco dopo è arrivata l’altra medaglia d’oro, vinta da Daniele Garozzo nel fioretto individuale, battendo l’americano Alexander Massalas, numero uno al mondo. Ma c’è stata anche la bellissima medaglia d’argento vinta finalmente e tra meritatamente dalle bravissime Tania Cagnotto e Francesca Dallapè. Un argento che vale moltissimo, davanti all’oro delle stratosferiche cinesi e che rimedia alle delusioni delle Olimpiadi di Londra. L’altra medaglia d’argento ieri è stata vinta dalla judoka Odette Giuffrida. Prima ancora c’era stato il bronzo nel ciclismo vinto da Elisa Longo Borghini. Ottima prova anche per le ragazze del tiro con l’arco a squadre, per un pelo hanno mancato la medaglia di bronzo, arrivando quarte nella loro prima olimpiade, al termine di una serie di gare avvincenti. Sabato c’era stata un’altra medaglia importante: il bronzo di Gabriele Detti nel nuoto, nella specialità dei 400 stile libero.

Nel medagliere olimpico, l’Italia è quarta dietro Stati Uniti, Cina e Australia, con due ori, tre argenti e due bronzi.

Due poliziotte aggredite con il machete in Belgio

Comando di polizia a Charleroi, Belgio, dopo l'aggressione a due poliziotte (VIRGINIE LEFOUR/AFP/Getty Images)
Comando di polizia a Charleroi, Belgio, dopo l’aggressione a due poliziotte (VIRGINIE LEFOUR/AFP/Getty Images)

Torna l’incubo del terrorismo in Belgio. Sabato scorso a Charleroi, davanti ad un commando di polizia due agenti donne sono state aggredite a colpi di machete. A sferrare l’attacco è stato un uomo che ha gridato “Allah Akbar”, dio è grande, prima di essere ucciso dagli altri poliziotti. L’aggressore, si è poi venuto a sapere, era un immigrato illegale in Belgio di origine algerina, non inserito nelle liste dei potenziali terroristi, ma conosciuto dalle forze dell’ordine per reati comuni. Aveva 33 anni ed era in Belgio dal 2012. Nella giornata di ieri è arrivata la rivendicazione dell’Isis. Tramite la sua agenzia Amaq, l’Is ha scritto sul web: “Una fonte interna ha confermato all’agenzia che l’uomo che ha ferito a colpi di machete due poliziotte è uno dei soldati dello Stato islamico”. Le due poliziotte ferite si chiamano Corinne Raymond e Hakima Dhamna. Quest’ultima è una 45enne musulmana praticante. Le due donne sono state ferite una in modo lieve e altra più gravemente. Le due agenti sono tenute sotto coma farmacologico dopo interventi di chirurgia plastica per la ricostruzione del volto. A fermare l’aggressore è stata una terza poliziotta, che lo ha ferito a morte con un colpo di arma da fuoco.

I 60 anni dalla tragedia di Marcinelle

Il sito della ex miniera di Marcinelle (NICOLAS MAETERLINCK/AFP/GettyImages)
Il sito della ex miniera di Marcinelle (NICOLAS MAETERLINCK/AFP/GettyImages)

Era l’8 agosto del 1956, 60 anni fa, quando alle 8.10 di mattina uno spaventoso incendio scoppiò nella miniera di carbone del Bois du Cazier di Marcinelle, nel bacino carbonifero di Charleroi. L’incendio scoppiò a 975 metri di profondità. Là sotto c’erano 275 persone, solo in 13 si salvarono. Tra le 262 vittime 136 erano italiani. Una tragedia nazionale, una strage di lavoratori italiani emigrati in Belgio per lavorare. Una strage forse annunciata, per la totale assenza di misure di sicurezza in cui lavoravano i minatori. I soccorsi arrivarono tardi e furono inefficaci. Le operazioni di recupero durarono per ben due settimane. Finché il 23 agosto furono dichiarati tutti morti. Gli italiani lavoravano in Belgio a seguito di un accordo di scambio con l’Italia, conosciuto come braccia in cambio di carbone, raggiunto dieci anni prima, nel 1946, dal governo di Alcide De Gasperi. Una pagina tragica della nostra storia, della storia dell’emigrazione italiana, ma anche dell’Europa. La memoria è un dovere. Una vicenda a cui il sito di Rainews dedica un approfondimento a questa pagina.
Oggi a Marcinelle è intervenuto il presidente del Senato Grasso alla commemorazione delle vittime.

La strage di Marcinelle. Speciale di Articolo 21 – VIDEO

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