LIBRI: Intervista esclusiva a Emanuela Nava, autrice de “L’uomo che lucidava le stelle”

4330-Bro.inddEmanuela Nava vive a Milano ed è autrice di numerosi libri per ragazzi. Ha vinto diversi premi, tra cui il Grinzane Cavour Junior e con L’uomo che lucidava le stelle regala ai giovani lettori (e non!) una storia magica, piena di personaggi meravigliosi e di tanto cuore.

 

Qui, i bambini hanno orecchie d’argento, come quelle degli elefanti e poi c’è un uomo che si presenta ogni giorno al parco con un lungo spazzolone sostenendo di passare la notte a lucidare le stelle. E a quanto pare, a furia di ascoltare racconti e novelle, i ragazzi che vanno al parco notano che le stelle diventano ogni notte più splendenti…

 

Per saperne di più, abbiamo intervistato Emanuela Nava e ve lo diciamo sin da subito: se siete in cerca di una lettura originale e fatata, allora L’uomo che lucidava le stelle fa proprio al caso vostro.

 

Non ci credete? Be’, ecco cosa abbiamo scoperto… leggete voi stessi e lasciatevi stregare dalla maestria di una scrittrice sublime, perché nel libro si respira un alone di mistero e di incanto.

 

Come è nata la storia de L’uomo che lucidava le stelle?

 

Da molte suggestioni. Da una frase di Gadda nell’Adalgisa dove “tremava già, lucidissimo, il cielo stellato della notte”; da una vacanza nelle Marche, dove per la prima volta ho visto in un laghetto anitre di plastica come richiamo per le anitre vere; da un matrimonio con corteo in bicicletta che sfilava a Milano in Corso Buenos Aires; dal mio interesse per l’alchimia; da una frase del Talmud che dice che, dopo l’ultimo profeta, saranno profeti solo i bambini e i matti… da chissà quanti altri pensieri che turbinano, si mescolano, danno vita a una storia.

 

Il libro è ricco di personaggi favolosi. C’è per caso qualcosa di autobiografico?

 

I libri, più che autobiografici, spesso sono profetici, come i bambini e i matti. Ci dicono ciò che sarà, ciò che potrebbe essere, ciò che si può evitare che sia. Lo indicano al lettore, ma anche all’autore. Chi teme la vita, con i suoi rischi, con le sue paure, finisce per temere anche la sua bellezza, e, come i cacciatori della mia storia, finirà per ucciderla e sostituirla con un laghetto su cui nuotano solo anitre di plastica.

 

Nel testo ci sono anche dei piccoli riferimenti alchemici, quasi a suggerire che i libri sono di per sé magici… è così?

 

Le storie possono essere potentissime psicomagie. Ce lo insegna l’alchimia, che insegna che, solo trasformando noi stessi, possiamo sperare di trasformare il mondo. Ce lo insegnano le fiabe tradizionali, di cui purtroppo molti hanno ancora paura. A Milano, all’Istituto dei Tumori, ho scritto per i medici e i tecnici che desideravano aiutare i bambini, che devono sottoporsi alla radioterapia, un libro che non parla mai di malattia, ma solo di coraggio ed è costruito sulla falsariga della fiaba. L’eroe parte da una situazione immeritata, ma superando le prove senza arretrare, giunge al lieto fine. Grazie ai genitori che leggono la storia per una settimana prima dell’inizio della terapia e grazie ai tecnici e ai medici che continuano a raccontarla, da cinque anni i bambini non vengono più sedati. Si intitola “Il gatto che aveva perso la coda” ed Carthusia.

 

La sua fantasia si nutre di un background culturale molto solido. Come riesce a conciliare la scrittura per bambini con il sapere? E come riesce a catturare l’attenzione dei giovani lettori?

 

I bambini, come ho detto, sono profetici, lo spiega bene Pietro, il protagonista del libro. Lo spiega Blanca che vede molto più in là degli altri, degli adulti soprattutto, di coloro che vogliono spiegare e controllare ogni cosa con uno sterile letteralismo, senza conoscere la potenza salvifica dell’immaginazione. I bambini comprendono le metafore molto meglio dei grandi.

 

Qualche consiglio da dare a chi desidera cimentarsi con i racconti per bambini?

 

Non essere didattici, non essere didascalici. Rispettare i giovani lettori. Rispettare significa guardare ogni volta il mondo come fosse la prima volta.

 

La magia de L’uomo che lucidava le stelle è in ogni pagina e riesce persino a trattare un argomento doloroso come la morte con estrema delicatezza. Qual è il suo segreto?

 

Chi nega la morte, nega la vita. Il segreto è tutto qui.

 

Progetti futuri?

 

Un libro su Mercurio sempre per “Piemme”, messaggero degli dei. Su Mercurio che è diventato il nostro hacker.

 

Silvia Casini

© Riproduzione Riservata

Impostazioni privacy