Attaccamento nella seconda infanzia: che cosa cambia?

Nel suo ultimo appuntamento con le lettrici, Teresa Benedetti, la nostra psicologa di fiducia, ci spiegava in che cosa consite l’attaccamento e come esso si sviluppa nel primi mesi successivi alla nascita del bambino. Oggi continuiamo a seguire il processo di crescita e vediamo come questo legame madre-figlio si modifica con il tempo.

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Come sostiene Bolwlby l’attaccamento rappresenta  “una parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba”. E’ proprio dalla culla che esso si sviluppa con maggiore intensità  perché, in questa fase, si è esposti a pericoli e si ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi e dei nostri bisogni.

Ma cosa succede nel periodo successivo la prima infanzia?

L’attaccamento durante la crescita

Si assiste ad una graduale diminuzione del bisogno del bambino di avere vicino la figura d’attaccamento. Il bambino inizia ad allontanarsi per rispondere al suo bisogno di esplorare e giocare e questo fa aumentare la tolleranza alla separazione.

Alcuni ricercatori hanno misurato la distanza dalla madre alla quale i bambini accettano di stare mentre giocano all’aperto: mentre ad 1 anno la distanza media è di 6,9 m, a 4 anni è di 30,6m. Ciò dimostra come la madre continui a rappresentare una fonte di sicurezza, anche se il bambino non sente più il bisogno di trascorrere la maggior parte del tempo in sua presenza, la conoscenza e la scoperta del mondo diventa una motivazione sempre maggiore!

La ragione principale per cui il bambino diventa capace di allontanarsi progressivamente dal caregiver è legata all’acquisizione, dal punto di vista cognitivo, della capacità di formarsi una rappresentazione mentale della madre che porta sempre con sé e con la quale può entrare in contatto ed in relazione in assenza della madre stessa.

Lo sviluppo dell’attaccamento nel corso della seconda infanzia è strettamente legato alla formazione dei MOI (modelli operativi interni), cioè delle rappresentazioni mentali delle componenti emotive e cognitive che guidano il comportamento ed i sentimenti del soggetto verso gli altri significativi, così da poter interpretare e prevedere il loro comportamento.

L’attaccamento in questa seconda fase dello sviluppo si modella su tre tipi di acquisizioni:

  • Il sistema d’attaccamento interagisce, in modo sempre maggiore, con gli altri sistemi comportamentali del bambino, lavorando così in modo organizzato. Infatti un bambino piccolo se si spaventa tende a ritrarsi, mentre un bambino più grande indietreggia verso la madre: evitamento e ricerca della prossimità diventano coordinati.
  • Il bambino diventa capace di regolare le proprie azioni in funzione delle esperienze passate e di anticipare quelle future grazie a quanto è contenuto nei suoi MOI
  • Diventa capace di prendere in considerazione gli obiettivi e le intenzioni dell’altro, diventando in questo modo in grado di condividere una relazione con una specifica persona.

E’ grazie allo sviluppo dei MOI che il bambino diventa capace di formare legami più equilibrati e flessibili.

 

Teresa Benedetti

teresabenedetti@yahoo.it

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