L’attaccamento: in cosa consiste il primo legame di amore madre-figlio?

Sei pronta a proseguire nel viaggio di conoscenza della vita da mamma? La nostra psicologa, Teresa Benedetti, dopo averci spiegato che cosa accade nella mente di una donna durante la gravidanza, passa oggi a illustrarci ciò che avviene subito dopo il parto. Quando mamma e figlio si conoscono inizia infatti il lungo e compelsso processo di attaccamento: in che cosa consiste? Scoprilo subito dopo la foto.

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L’attaccamento costituisce la relazione fondamentale per la vita e per lo sviluppo dell’essere umano. Si può definire come “un legame di lunga durata, stabile nel tempo ed emotivamente significativo diretto verso uno specifico individuo”.

L’oggetto dell’attaccamento è una persona che ricambia i sentimenti del bambino, generalmente la madre, ed è il risultato di un comportamento istintivo, che ha come scopo quello di garantire la sopravvivenza del piccolo: la vicinanza alla madre favorisce cure e protezione dai pericoli esterni.

In che cosa consiste l’attaccamento?

L’attaccamento nel bambino piccolo è caratterizzato da 4 elementi:

  1. E’ selettivo diretto verso una persona specifica
  2. Implica la ricerca della vicinanza fisica
  3. Fornisce benessere e sicurezza
  4. Quando è interrotto produce angoscia da separazione

L’elemento centrale dell’attaccamento è la ricerca della vicinanza fisica e l’oggetto dell’attaccamento rappresenta un porto sicuro, che può essere usato come base di partenza per esplorare l’ambiente e al quale tornare in caso di bisogno.

L’attaccamento si modifica nel corso del tempo, in particolare durante i primi 2 anni di vita, distinguendo 4 stadi:

  1. 0-2 mesi “pre – attaccamento” vengono attivati comportamenti di orientamento (seguire con lo sguardo) che di segnalazione (pianto e sorriso).
  2. 2 -7 mesi “sviluppo dell’attaccamento” il bambino discrimina chi si prende cura di lui dagli altri.
  3. 7 mesi – 2 anni “attaccamento ben sviluppato” le risposte dell’attaccamento sono dirette verso persone specifiche, compaiono timore e diffidenza verso gli estranei.
  4. 2 anni in poi “ relazione gestita secondo uno scopo” il bambino è in grado di eseguire comportamenti intenzionali pianificando le sue azioni per raggiungere determinati obiettivi.

Però non tutte le relazioni sono relazioni d’attaccamento, per essere tali devono produrre un senso di sicurezza, facilitare l’adattamento con l’ambiente e un senso di protezione contro ansia e stress.

Esistono quindi differenti tipi di attaccamento a seconda delle risposte materne nei confronti dei bisogni del bambino; si parla di :

  • BAMBINI SICURI: usano la madre come base sicura (disponibile dal punto di vista emotivo e fisico) così da esplorare l’ambiente esterno in modo autonomo. Le madri vengono percepite come sensibili, accoglienti ed emotivamente disponibili.
  • BAMBINI INSICURI/EVITANTI: esplorano facilmente l’ambiente, mostrando scarsa manifestazioni di affetto positivo. La madre viene percepita come intrusiva, controllante, rifiutante (non fa uso del contatto fisico nei momenti di conforto).
  • BAMBINI INSICURI/ RESISTENTI: agitati, angosciati o passivi, non si fanno coinvolgere nell’esplorazione e la madre viene vista come incostante e imprevedibile nelle cure.
  • BAMBINI INSICURI / DISORGANIZZATI: la figura d’attaccamento è percepita come spaventante, per il bambino è contemporaneamente fonte di conforto e allarme e questo lo porta a sviluppare risposte contraddittorie, si avvicina e si allontana dalla madre.

Il grado di sicurezza o insicurezza nell’attaccamento dipende, quindi, dalla sensibilità della madre nel mettersi in contatto con il bambino durante i suoi primi mesi di vita. Tale contatto permette al bambino di sentirsi a suo agio con i suoi sentimenti e muoversi tra i diversi stati emotivi, condividendoli con chi si prende cura di lui.

Teresa Benedetti

teresabenedetti@yahoo.it

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