Marco Prato: così lo descrivono i suoi amanti

Il primo a parlare è un ragazzo della così detta Roma bene, omosessuale dichiarato e lontano da eccessi che mostra al celebre sito stralci delle chat con Marco Prato.

Eravamo a cavallo tra il 2011 e 2012. Era insistente, a tratti aggressivo nel suo modo di porsi. Io credo che lui non volesse avere alcun rapporto affettivo con me. Solo vivere del sesso estremo. Mi ha tampinato e quasi stalkerato. Ma quando ho saputo cosa amava fare a letto ho deciso di chiudere ogni rapporto.

Nell’ambiente omosessuale romano circolavano infatti molte voci sullo stile di vita che marco amava condurre: si dice che spesso i suoi rapporti intimi erano consumati nel sangue e che, addirittura, amasse ingerire zollette di zucchero bagnate con sangue e sperma, un gesto perversa culmine di giochi erotici, di ruolo e sadomaso.

Del resto era stato marco stesso a scrivere su Facebook: “Vivo e nessuno mi paga per farlo e questo è l’impegno occupazionale più pesante del mondo…nei ritagli cerco lavoro nel marketing’’.

A spingere il ragazzo a troncare il rapporto con Marco sarebbe stato proprio la sua tendenza a spingersi sempre oltre, sempre più in là, a esagerare in tutto:

Mi ha impressionato soprattutto una sua frase. Nella quale testualmente scriveva: “Comunque io solevo picchiare da ubriaco anche la persona più cara che ho al mondo…e le dicevo di odiarla…ciò non vuol dire che la odiassi…”

A Marco piaceva apparire come una persona diversa, sopra le righe, particolare, l’eccezione, per così dire. Non lo infastidiva quando lo definivano “bipolare”, anzi.

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