Ragazzine prostitute per pochi euro

Una squallida storia che viene da Brescia, un nuovo caso di ragazzine prostitute. La storia da CheDonna.it.

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Ogni volta che vengono riportati dalle cronache i casi di baby squillo, ragazzine prostitute, fanno sempre male. Si sa purtroppo che questi episodi accadono e non sono una novità dei nostri tempi, sembra però che nella società di oggi i casi siano sempre più numerosi. Minorenni poco più che bambine, che spesso si sentono già grandi e pronte affrontare la vita adulta, si gettano più o meno consapevolmente, ma con una grande immaturità emotiva, nel tunnel della prostituzione.

Rapporti a pagamento consumati in fretta nei luoghi più sordidi, spesso in cambio di pochi spiccioli. Non c’è nemmeno la passione o la trasgressione, più spesso solo degrado umano.

È quello che è accaduto ad un gruppo di studentesse di età compresa tra i 15 e i 17 anni che si prostituivano per pochi euro a Brescia. Le ragazze frequentano un istituto professionale e vendevano il loro corpo per tariffe dai 20 ai 40 euro. Alle volte il prezzo della prestazione era la ricarica telefonica dello smartphone. È emerso perfino che i rapporti avvenivano nei bagni della loro scuola, bagni che il preside ha dovuto far chiudere.

Di solito le ragazzine contattavano i clienti attraverso i social network e poi incontravano i clienti nei parcheggi dei centri commerciali. Il giro di prostituzione minorile è stato scoperto dalla polizia provinciale di Brescia, su segnalazione della madre di una ragazzina di 15 anni. La donna vedeva spesso la figlia tornare a casa insieme ad un adulto, uno uomo di 45 anni, un presunto cliente, che è stato indagato per violenza. A casa dell’uomo la polizia ha trovato centinaia di pillole di Viagra.

Ascoltate dalla polizia, una delle ragazzine ha ammesso di prostituirsi, le altre invece hanno negato.

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