LIBRI: ‘E si salvò anche la madre’

NULL041620Oggi, la redazione di CheDonna, per la categoria Libri, vi presenta una novità: E si salvò anche la madre.

L’evento che rivoluzionò il parto cesareo. Il primo intervento di parto cesareo studiato per salvare, oltre al bambino, la madre.

«Quella di Edoardo Porro, di Giulia Cavallini, e dell’intervento che li unì per sempre, è una storia della vita che sconfigge il tragico destino, per questo una vicenda che meritava di essere raccontata».

Nel 1876 una giovane donna di nome Giulia Cavallini, in procinto di partorire, entrò nella Clinica ostetrica di Pavia, dove venne visitata da Edoardo Porro, trentatreene professore ordinario di Ostetricia e Ginecologia. Giulia aveva sofferto di rachitismo durante l’infanzia e le ossa del bacino erano in condizioni molto precarie. Dopo la visita, la conclusione drammatica di Porro poteva essere una sola: «impossibile il parto per vie naturali». Quel bacino era inospitale. Il piccolo essere si sarebbe intrappolato in una prigione. A Porro non rimaneva alternativa: era «palese ed ineluttabile l’indicazione del taglio cesareo». Cioè, in quegli anni, morte quasi sicura per Giulia Cavallini. Nel tardo Ottocento il taglio cesareo provocava un terrore che proveniva da lontano, dalle profondità del passato. Era saldamente associato all’idea di morte della partoriente, sedimentata in secoli di drammi terribili.

Anche i chirurghi esperti e gli anatomisti più abili dovevano arrendersi all’inevitabilità del destino di un’operata di taglio cesareo. Quella volta però Edoardo Porro non si arrese. Chirurgo attento agli sviluppi della medicina del suo tempo, lavorò febbrilmente contro il tempo e contro il destino, studiando e poi attuando un intervento originale e innovativo di parto cesareo, che avrebbe fatto storia. E si salvò anche la madre. Fu l’inizio di un’epoca nuova per le donne, un’epoca – la nostra – nella quale un parto cesareo non è più una condanna a morte sicura, bensì un intervento relativamente semplice, quasi di routine. Con la sua penna felice, la sua scrittura attenta ai particolari, la solidità delle fonti e il gusto delle belle lettere, Paolo Mazzarello ci regala ancora un altro libro da leggere d’un fiato, un po’ romanzo, un po’ saggio di storia della medicina, come ci ha ormai abituato nella sua abbondante e significativa produzione.

Paolo Mazzarello insegna Storia della Medicina all’Università di Pavia. È presidente del Sistema Museale di Ateneo di Pavia e direttore del Museo per la Storia dell’Università di Pavia. Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato: Costantinopoli 1786: la congiura e la beffa. L’intrigo Spallanzani (2004), Il genio e l’alienista. La strana visita di Lombroso a Tolstoj (2005), Il Nobel dimenticato. La vita e la scienza di Camillo Golgi (2006), Il professore e la cantante. La grande storia d’amore di Alessandro Volta (2009) e L’erba della regina. Storia di un decotto miracoloso (2013).

 

Impostazioni privacy