Pensioni 2025, in molti conoscono l’Opzione Donna, ma a chi conviene? L’INPS non te lo dice ma ci guadagni solo in questo caso.
Nell’ambito delle varie misure messe a disposizione dal Governo per determinate fasce di popolazione, sono diverse le agevolazioni sia in termini di bonus che anche di possibilità, come nel caso delle pensioni, di anticiparne la data.

Ci sono diverse opzioni, parlando di pensione, per poter fare richiesta di anticiparne i tempi, ma su alcuni punti spesso c’è confusione e non tutti i cittadini sanno come muoversi. Resta sempre fondamentale il fatto di rivolgersi a chi ha competenze in materia, come i Caf o l’INPS stessa, ma cerchiamo ad ogni modo di fare chiarezza sui punti principali.
Opzione Donna, quando conviene?
Il tema delle pensioni anticipate è sempre un tema molto caldo, data la possibilità importante di poter accedere al sistema pensionistico e finire di lavorare prima di quanto stabilito dalla legge.
Per quanto riguarda l’Opzione Donna per il 2025, anzitutto spieghiamo che si tratta di una misura alla quale è previsto possano accedere tutte le lavoratrici che, alla data del 31 dicembre 2024, abbiano compiuto 59 anni di età e maturato almeno 35 anni di contributi. Ciò vale per lavoratrici licenziate, lavoratrici occupate in aziende che abbiano avviato un tavolo di crisi aziendale presso il Ministero, caregiver che assistono un parente disabile convivente da almeno sei mesi, donne con invalidità almeno al 74%.

Sul fronte dell’età, vi rientra chi ha compiuto, entro il 31 dicembre 2024, i 61 anni di età; il requisito anagrafico è ridotto a 59 anni, con 2 o più figli, ed a 60 anni di età con un figlio solo.
Per quanto sia importante la possibilità di andare in pensione in anticipo, a creare confusione è spesso il metodo di calcolo della prestazione. Ad esempio, parlando delle lavoratrici con oltre 35 anni di contributi, che avrebbero diritto a un calcolo misto (retributivo + contributivo), molto più favorevole, soprattutto se hanno maturato almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, in questo caso il passaggio al solo calcolo contributivo vedrebbe un taglio significativo dell’assegno, che può arrivare anche al 30% rispetto a una pensione ordinaria calcolata con il sistema misto.
Ciò significa, all’atto pratico, che coloro che hanno già 65 anni (e si avvicinano quindi all’età pensionabile ordinaria prevista a 67 anni), la convenienza nell’usufruire di Opzione Donna si riduce di molto, poiché per anticipare di solo due anni l’uscita dal lavoro, il rischio è di perdere fino al 30% dell’importo pensionistico, senza possibilità di revisione futura.