Le piste da sci restano chiuse, almeno fino al 5 marzo. Questa la linea del Governo in accordo con il Cts. I gestori non ci stanno e chiedono più flessibilità incassando il favore della Lega e di alcuni governatori.
La stagione sciistica slitta ancora. Nuovo stop fino al 5 marzo, così ha deciso il Ministro della Salute Roberto Speranza in accordo con il Cts che, spaventato dalle varianti COVID-19, potrebbe pensare ad altre misure addirittura più stringenti. Immediata l’ira dei gestori che sembrano già essere sul piede di guerra, dalla loro parte il Carroccio – con alcuni esponenti della Lega compreso il leader Salvini – e diversi presidenti di Regione. In prima linea Bonaccini che definisce la scelta “inaccettabile”.
C’è chi passa dalle parole ai fatti, ribellandosi alle ultime decisioni: nella Piana di Vigezzo gli impianti apriranno comunque, presso il Comune di Craveggia, infatti, restano convinti e non hanno intenzione di tornare sui propri passi. “Venerdì scorso ci avevano assicurato la riapertura, noi abbiamo lavorato in tal senso mettendo tutto in sicurezza”. Oltre a non abituarsi all’idea di restare ancora chiusi, gli esercenti e alcuni rappresentanti politici chiedono una gestione diversa del lavoro. “Non si può continuare a lavorare con il metodo di Conte – ammonisce la Lega – che le comunicazioni vengono date dal sabato al lunedì”.
Piste da sci, stop fino al 5 marzo: la nuova frenata non piace agli esercenti
Il punto focale, per buona parte della politica (compresa quella regionale) sarebbe di natura tecnica: i ministri Giorgetti e Garavaglia chiedono maggiori garanzie e ristori per la montagna e l’intero comparto del turismo invernale. L’industria sciistica porta, in termini di guadagno, fra i 10 e i 12 miliardi di euro nelle casse del Paese. Gran parte degli addetti ai lavori rischiano di rimanere a casa, con gli aiuti economici a singhiozzo. Situazione che attanaglia diversi settori, ma quello turistico (sul piano invernale) ha investito ulteriormente per mettere a norma gli impianti. Un po’ quello che era accaduto mesi fa, con i gestori di palestre e piscine pronti a riaprire – nel rispetto delle norme, dopo aver messo in atto i dovuti accorgimenti – senza effettivamente riuscire a rimettersi in pista.
A proposito di piste, prosegue quella che vorrebbe un nuovo lockdown generale. Stavolta le chiusure sarebbero più stringenti, ma anche più brevi, rispetto a marzo: una sorta di sbarramento intensivo sul territorio italiano per arginare definitivamente l’incognita delle varianti. La squadra di Governo si interroga su questa eventualità proposta dal Professor Ricciardi: “Nei prossimi giorni parlerò con Speranza”, sottolinea. I primi passi per il Governo Draghi iniziano con una questione spinosa da dipanare: le eventuali riaperture (o ulteriori chiusure) getteranno le basi per la nuova linea di condotta.