Zika: nuovi casi in Italia, donna incinta contagiata in Spagna, morti in Colombia

Arrivano purtroppo cattive notizie sulla diffusione del virus Zika. Gli ultimi aggiornamenti da CheDonna.it.

Virus Zika in Brasile (Mario Tama/Getty Images)
Virus Zika in Brasile (Mario Tama/Getty Images)

Dopo i primi casi del virus Zika segnalati in Italia, anche se risalenti a maggio del 2015, ne sono stati segnalati altri cinque, portandoli nel complesso a nove. Si tratta comunque di persone che avevano viaggiato nei Paesi dove il virus si è manifestato e che sono state tutte guarite. L’ultimo caso è stato quello di una persona di ritorno da un viaggio nella Repubblica Dominicana, che è stata curata all’Ospedale civile di Venezia e che ora è in buone condizioni.

Il caso che, tuttavia, suscita preoccupazione, è quello di una donna incinta alla 13^ settimana a cui è stato diagnosticato in Spagna il virus Zika. La donna aveva recentemente viaggiato in Colombia, un altro Paese colpito dall’epidemia di Zika insieme al Brasile. E proprio in Colombia deve avere contratto il virus. Si tratta del primo caso in Europa di donna incinta contagiata da Zika. La donna vive in Catalogna, le sue condizioni sono buone e per ora non hanno richiesto il ricovero in ospedale.

Il virus Zika è pericoloso soprattutto per le donne incinte perché potrebbe causare microcefalia nei feti, come è successo in molti casi in Brasile, anche se ancora non c’è la conferma scientifica del rapporto di cause-effetto tra il virus e la microcefalia. Per arginare il rischio per le donne incinte, tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’emergenza internazionale di salute pubblica riguardo a Zika.

In Spagna finora si sono avuti 10 casi di contagio da virus Zika, sei in Catalogna, 4 uomini e 2 donne, uno a Madrid e uno in Murcia. In tutti di casi si tratta di contagio avvenuto all’estero.

Nel frattempo, un’altra brutta notizia viene dalla Colombia, dove tre persone che avevano contratto Zika sono morte. La notizia del decesso è stata data dalla direttrice dell’Istituto nazionale della Salute (Ins) Martha Lucia Ospina, che ha riferito che i tre pazienti dopo l’infezione del virus Zika sono stati colpiti dalla sindrome di Guillain-Barré, una malattia rara in cui il sistema immunitario attacca quello nervoso, portando ad una progressiva paralisi agli arti. Il rischio che il virus possa portare a malattie neurologiche anche negli adulti sembra quindi concreto.

Infine, i ricercatori brasiliani hanno rinvenuto tracce di Zika nella saliva e nell’urina, anche se non ci sono prove che il virus possa essere trasmesso anche attraverso questi fluidi corporei. Tuttavia, negli Stati Uniti si è avuto un caso di trasmissione del virus per via sessuale, da un paziente che era stato contagiato durante un viaggio in Venezuela.

Per evitare il rischio di microcefalia nei feti di donne contagiate da Zika, l’Onu ha invitato i Paesi dell’America Latina a consentire aborto e contraccezione. Il rischio di microcefalia sembra infatti sempre più certo. Ma all’appello si sono opposti con decisione i vescovi brasiliani.

Vi ricordiamo il link alla pagina del sito web del Ministero della Salute con le avvertenze sul virus: Virus Zika e microcefalia, emergenza internazionale di salute pubblica.

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