Le 7 età dell’appetito: ecco come non ingrassare

Sebbene a noi sembra sempre uguale il nostro appetito cambia man mano che si invecchia. Secondo la Rowett Institute della University of Aberdeen lo si può suddividere in 7 età.

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Comprendendo questa suddivisione, potremmo dunque imparare a gestirci meglio a tavola ed evitare l’alimentazione squilibrata che porta spesso con sé obesità e danni alla salute.

Analizziamo i vari passaggi:

Da 0 a 10 anni – Nella prima infanzia il corpo cambia rapidamente e il comportamento alimentare dei primi anni può estendersi fino all’età adulta, portando un bambino grasso ad ereditare le stesse caratteristiche da adulto. L’agitazione e l’insistenza su determinati cibi sono i nemici numeri uno. Ad esempio, per far apprezzare le verdure ai più piccoli, occorre creare un ambiente positivo. Allo stesso modo non bisogna obbligarli a finire il piatto.

Da 10 a 20 anni – Nell’adolescenza, con l’aumento della statura arriva anche quello dell’appetito.Le scelte alimentari di questa età, influenzano quelle del futuro. Ecco perché  è importante evitare comportamenti e preferenze alimentari insalubri. Le ragazze hanno maggiori probabilità di soffrire di carenze nutrizionali rispetto ai ragazzi per via della loro biologia riproduttiva.

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Da 20 a 30 anni – In questa fase lo stile di vita cambia. gli studi universitari, il matrimonio, o l’essere diventati genitori può portare ad un aumento di peso. E, purtroppo, una volta accumulato, il grasso è difficile da eliminare. Il corpo invia segnali di appetito se mangiamo meno del nostro fabbisogno energetico, mentre i segnali per prevenire l’eccesso di cibo sono più deboli. E’ dunque utile, a questo punto, sviluppare il senso di sazietà in modo d riuscire a perdere peso.

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Da 30 a 40 anni – La vita lavorativa frenetica e lo stress incidono pesantemente. Allo stesso modo tratti della personalità, come perfezionismo e coscienziosità, possono svolgere un ruolo importante nel comportamento alimentare. La sfida  qui è stare lontano il più possibile da snack e distributori automatici.

Da 40 a 50 anni – L’alto livello di stress può portarci a diventare dipendenti da cibi ad alto contenuto calorico. Inoltre l’abitudine prende il sopravvento. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo, la dieta malsana, l’inattività fisica e il consumo di alcolici sono tra i principali fattori che incidono sulla mortalità soprattutto in questo periodo della vita.

Da 50 a 60 anni – In questo periodo iniziamo a soffrire di una graduale perdita di massa muscolare, tra lo 0,5 e l’1% all’anno a causa della scarsa attività fisica e del basso consumo di proteine, oltre che dalla menopausa per le donne. Una dieta sana e un po’ di movimento riducono quindi gli effetti dell’invecchiamento. Consigliati anche gli snack ricchi di proteine.

Da 60 a 70 e oltre – Infine con la vecchiaia si ha scarso appetito. Questo porta ad una perdita di peso e a maggiore fragilità. La solitudine spesso influenza il piacere del mangiare, così come problemi di deglutizione, dentali, gusto e odore ridotti.

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