Travolto dal fango: trovato il corpo del pediatra di Corleone

Del pediatra 40enne, si erano perse le tracce lo scorso sabato sera dopo il nubifragio a Corleone mentre si recava in ospedale per prendere servizio

(©Vigli del Fuoco)

Con amore si dedicava ai tanti bambini ricoverati all’Ospedale dei Bianchi, ed è proprio lì che la sera del 3 novembre Giuseppe Liotta si stava recando. Purtroppo, però, sulla sua strada ha incontrato una tempesta che non gli ha lasciato scampo. Travolto dal fango con la sua macchina, il suo corpo è stato ritrovato a cinque giorni di distanza.

L’angoscia della famiglia e dei colleghi

Dal momento della scomparsa, sabato sera, le ricerche non si erano mai arrestate. Addirittura per provare ad aiutare la moglie Floriana di Marco e gli amici erano intervenuti anche altri pediatri. Poi il ritrovamento choc che ha fatto azzerare le speranze del SUV bianco, chiuso a chiave in una scarpata, abbandonato da Liotta nell’evidente e vano tentativo di trovare rifugio in un casolare poco distante e da lì avvertire i soccorsi e la famiglia.

Il 40enne, padre di due bimbi, era partito da Palermo verso le 18.30 e si stava recando nell’ospedale di Corleone per prendere servizio alle 20. Superato l’obelisco di Ficuzza aveva percorso un tratto della Statale, reso quasi impraticabile dal nubifragio che era in corso, e si è poi immesso, probabilmente per errore, sulla strada provinciale. L’auto è stata trovata un po’ più a valle della provinciale dopo il ponticello Drago.

Dopo l’individuazione del cadavere da parte dell’elicottero della Polizia di Stato, gli uomini del corpo nazionale del soccorso alpino si sono calati in mezzo a cumuli di fango alti un metro e lo hanno raggiunto. Il corpo era arrivato, privo di abiti, in località Frattina al confine tra Roccamena e Monreale, a circa 10 chilometri da dove era stata trovata l’automobile.

Ho bisogno di vedere mio marito. Ho già visto le scarpe e i vestiti. Lo voglio vedere. Sono un medico e so come può essere ridotto, ma lo voglio vedere”, lo straziante appello alle forze dell’ordine della compagna.

Non voleva tradire i suoi piccoli pazienti

Pur preoccupato dalle condizioni climatiche, come ammesso dai parenti, quel giorno Giuseppe aveva insistito per andare sul lavoro e assistere i “suoi” bambini.

Aveva paura del maltempo, ma si è comunque messo in macchina per prendere servizio. Per un medico, la vita dei suoi pazienti viene sempre prima di qualunque pericolo, di qualunque sacrificio, prima della sua stessa vita. Un medico risponde sempre sì a una richiesta di aiuto“, l’emozionato commento del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli.

 

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