Depressione post parto
La depressione post parto si riconosce dal fatto che lo stato di umore alterato supera i 10 giorni e la serenità non arriva. Lo stato di nervosismo, irritabilità, tristezza perdura. Potrebbe anche non volersi occupare del bambino, avere il sonno o l’alimentazione disturbati per un periodo che supera le due settimane. Tante volte però, la depressione inizia a manifestarsi anche 3 o 4 mesi dopo il parto.
I livelli di depressione post parto sono diversi: lieve, moderata, grave. E’ fondamentale la valutazione dei fattori di rischio e della gravità. I seguenti sintomi sono da valutare:
- Umore depresso
- Perdita di capacità di provare piacere
- Alterazione del peso
- Perdita o aumento di appetito
- Alterazione del sonno (aumento/riduzione tempi di sonno)
- Astenia: affaticabilità o mancanza di energie
- Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati che si manifestano quasi tutti i giorni
- Riduzione della concentrazione
- Pensieri ricorrenti di morte e/o progettualità di suicidio
- Agitazione/rallentamento psicomotorio
Una diagnosi può essere formulata se sono presenti almeno 5 dei sintomi sopra elencati. Devono essere persistenti per almeno due settimane per quasi ogni giorno.
Rispetto al proprio ruolo materno, le donne possono sviluppare un’ideazione depressiva che si esprime con:
- Percezione di essere incapaci di prendersi cura del figlio
- Paura e insicurezza nella gestione del bambino
- Sentimenti ambivalenti o negativi verso il figlio
- Percezione di isolamento dal contesto familiare
Altri sintomi nella depressione post parto grave:
- Pensieri o immagini intrusive e ossessive rispetto a fare del male al bambino
- Sentimenti di colpa o di vergogna portano la mamma a chiudersi e a non esprimerli con la famiglia, con professionisti
- Se si riconosce che un pensiero ossessivo diventa intrusivo è importante indirizzare la donna dallo specialista per avere una diagnosi corrette del quadro clinico e trovare la cura più adeguata
Come si cura la depressione post parto?
E’ importante rivolgersi a uno specialista che provvederà a prendersi cura della mamma sostenendola con una terapia adeguata al caso specifico. Ovviamente, la mamma va curata anche nell’ambito familiare aiutandola, sostenendola, facendola sentire sicura e protetta.
Lo scopo della terapia, individuale o di gruppo è di insegnare un modo alternativo di pensare e di agire. Identificare i pensieri negativi e le emozioni che ne conseguono con l’obiettivo di introdurre pensieri alternativi che aiutano a modificare lo stato emotivo e i comportamenti della donna.
Fonte articolo: State of Mind