Sposare una donna intelligente ha molti vantaggi, anche in termini di salute. Ecco perché.
Anche se alle volte agli uomini piace una donna meno intelligente di loro, farebbero bene a ricredersi.
Secondo gli esperti di malattie neurodegenerative, infatti, sposare una donna intelligente aiuta a vivere più a lungo e a prevenire la demenza senile. Una bella notizia per le donne, spesso bistrattate quando sono ritenute “troppo intelligenti”.
Riuniti in questi giorni a Oxford, nel Regno Unito, per una conferenza, gli esperti hanno evidenziato le cause che contribuiscono allo sviluppo della demenza senile e come evitarla. Tra i fattori determinanti ci sono l’ambiente di infanzia e la perdita precoce di uno dei genitori. Vivere un’infanzia con pochi stimoli e sostenere il dolore della perdita di un genitore possono favorire negli anni l’insorgere di questo disturbo.
Invece, la stimolazione intellettuale fin da quando si è giovani contribuisce a mantenere il cervello attivo e può prevenire i sintomi della demenza. Lo sostengono diversi studi.
Durante la conferenza, il prof. Lawrence Whalley, docente emerito di salute mentale nel ‘Collegio di Medicina e Scienze della Vita’ presso l’Università di Aberdeen, ha affermato:
“Una cosa che non viene mai detta, e che invece andrebbe spiegata ai più giovani, è che sposare una donna intelligente aiuta a vivere più a lungo”.
Più chiaro di così!
In generale per prevenire la demenza senile è molto utile avere avuto delle figure genitoriali positive, una lunga istruzione e soprattutto un ambiente di vita tranquillo durante l’infanzia. Tutti fattori positivi che diminuiscono i rischi di demenza per il futuro.
La scoperta inaspettata è il fattore di rischio rappresentato dalla morte precoce di uno dei genitori, che può aumentare la possibilità di sviluppare la demenza intorno agli 80 anni. Il professor Whalley ha spiegato:
“Gli studi hanno dimostrato che la morte di una madre prima dei cinque anni è un importante fattore di rischio per lo sviluppo della demenza in età avanzata”.
Infine, gli studi hanno individuato i profili di persone affette da malattie neurodegenerative a livello non avanzato, ma che non mostrano ancora i sintomi concreti della malattia. Come spiega il prof. Whalley “sono persone molto intelligenti, impegnate in lavori dinamici e molto ricche“.
Tutti, dunque siamo a rischio demenza, l’importante è circondarsi di persone intelligenti, vivaci e stimolanti e impegnarci il più possibile anche in età adulta in attività intellettuali.