Spieghiamo l’Isis ai nostri figli!

Questo gruppo terroristico, Al Qaeda, era stato quasi completamente debellato dalle forze irachene e americane dopo nemmeno quattro anni dall’inizio della sua esistenza. Purtroppo però, nel 2011 scoppiò la guerra in Siria e ciò ha permesso ai pochi superstiti di operare su un nuovo terreno. Parte della Siria e dell’Iraq sono stati conquistati da questo gruppo che ha cambiato il suo nome ed è diventato Stato Islamico in Iraq e SiriaIsis – appunto per sottolineare l’obiettivo della sua azione. Dal giugno 2014 il gruppo ha annunciato l’istituzione nei territori sotto il proprio controllo di un “califfato” con a capo il suo leader Abu Bakr al-Baghdadi.

Alla domanda che relazione c’è tra l’Isis e la religione musulmana, il ricercatore Torelli ha risposto cosi: “L’Isis è un movimento che usa parte dell’ideologia dell’Islam per i propri fini ma tradendo del tutto il messaggio reale dell’Islam. Non c’è solo l’aspetto religioso, ma anche quello di tutte le azioni violente commesse che spesso prende di mira gli stessi musulmani. I maggiori rappresentanti dell’Islam sono concordi nel condannare l’operato dell’Isis prendendone le distanze. “L’Isis non è l’Islam” è uno degli slogan più famosi che ribadiscono questo concetto.

isisPerché l’Isis attacca l’Europa? A questa domanda ha risposto Maurizio Ambrosini, professore di Sociologia dei processi economici all’università Statale di Milano ed esperto di migrazioni. “Il problema è la saldatura tra il radicalismo islamico in Medio Oriente con i problemi irrisolti dell’integrazione di parte della popolazione immigrata musulmana in Europa. E’ un problema di integrazione della popolazione musulmana e, in particolare, di capacità di proporre ai giovani delle alternative di buona vita e libertà religiosa in Occidente per evitare che cadano nel tranello del fanatismo e della disperazione”.

La maggior parte dei terroristi sono nati e cresciuti in Europa. Si tratta di seconde generazioni di origine islamica o professionisti, spesso rispettabili, aggiunge il professore. Secondo Ambrosini non è corretto pensare che l’Isis mandi terroristi in Europa, piuttosto, sono invece alcuni fanatici radicali europei che sono passati attraverso l’esperienza siriani per addestrarsi per poi tornare in Europa. Quindi il problema è prima di tutto interno all’Europa.

Una domanda che interessa veramente tanti è perché l’Isis non ha attaccato l’Italia, mentre invece ha colpito la Francia, il Belgio e altri paesi europei. Una spiegazione la troviamo nella demografia. In Italia ci sono pochi musulmani di seconda generazione. Il numero dei giovani musulmani cresciuti in Italia è ridotto e non hanno maturato nella scuola aspettative e speranze di futuro non appagate. Inoltre, in Italia ci sono pochi e ridotti ghetti urbani rispetto ad altri paesi europei.

Ecco perché, in uno scenario così ampio e complesso,  è importante capire cosa raccontare ai nostri figli, per aiutarli a comprendere la situazione senza però allarmarli eccessivamente e gettarli nell’angoscia.

Alla pagina successiva l’approfondimento su cosa dire ai nostri figli!

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