LA DONNA DEL GIORNO: Vivian Maier

vivian_maier_film_1Oggi, la redazione di CheDonna, vi propone la biografia di Vivian Maier.

Vivian Maier (1 febbraio 1926 – 21 aprile 2009), di professione tata per le famiglie dell’alta borghesia di Chicago, ha scattato in segreto oltre 100mila fotografie, ritrovate dopo decenni solo dopo la sua morte, ed è riconosciuta oggi come una delle più grandi “fotografe di strada” d’America.

“Il mondo è a colori, ma la realtà è in bianco e nero” disse una volta Wim Wenders, e forse mai come per Vivian Maier, fotografa per caso nella Chicago di mezzo secolo fa, queste parole acquistano un senso profondo.

Alla ricerca di Vivian Maier, diretto da John Maloof e Charlie Siskel, è un documentario sulla sua vita, la sua storia intima, è l’eccezionale percorso di una normalità divenuta unica nel tempo, l’esercizio di una passione per la fotografia che sale la vivida scala dell’arte e diventa documento di un mondo perduto nel passato, volti e attimi di vita meravigliosamente catturati con la naturalezza che solo il talento possiede. Uno struggente esempio di immortalità. Nella sola forma accettabile.

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Alla ricerca di Vivian Maier è – per usare le parole del New York Times – un film “avvincente, toccante e divertente” che racconta una storia “incredibile ma vera”: tutto comincia col fortunato acquisto di una scatola piena di negativi da parte di Maloof, che ha segnato l’inizio della scoperta di una delle fotografe più importanti – e di certo la più “appartata” – del XX secolo, oggi al centro di mostre nei più importanti musei internazionali.

Il risultato è un ritratto appassionante, fatto di luci e ombre, segreti e bugie: “Il nostro film – spiega Siskel – rivela un lato oscuro della Maier, più oscuro di quanto avrebbe voluto mostrare agli altri, e di quanto era finora noto. Questa, però, è solo un tratto della sua storia. Vivian Maier è stata una sorta di spia: ha catturato, spesso accompagnata dai bambini delle famiglie borghesi di cui si occupava, l’umanità così com’era, e ovunque si trovasse: tra le baracche come nei sobborghi residenziali. Era un’outsider, e ciò le regalava una forma di empatia per gli emarginati che spesso ritraeva. Parlava di sé, scherzosamente, come di una donna misteriosa. Proteggeva la sua vita privata con accanimento e si professava indipendente dai valori borghesi delle famiglie con le quali viveva. È probabile però che, segretamente, abbia desiderato di vivere quegli stessi legami familiari ai quali assisteva da decenni: legami che durante la sua infanzia erano stati recisi”.

Quanto al suo desiderio di non mostrare a nessuno la propria opera, “siamo noi stessi a decidere cosa vogliamo che il mondo sappia di noi – continua Siskel -. Eppure, alla fine, non possiamo fare a meno di rivelare chi siamo. È possibile che se Vivian Maier avesse potuto scegliere, oggi il mondo non saprebbe nulla della sua vita e delle sue fotografie. In vita aveva deciso di nascondersi e nascondere la sua opera. Ma nascondere la propria arte, ovviamente, non vuol dire distruggerla. Maier ha conservato le sue opere mettendone il destino nelle mani di altri”.

Se siete curiosi di scoprire  tutti gli altri volti femminili presenti nel sito, potete cliccare sotto la categoria La donna del giorno.

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