Mangiarsi le unghie salva dalle allergie

A volte anche le ‘cattive abitudini’ hanno il loro risvolto positivo, come quella di mangiarsi le unghie che secondo uno studio neozelandese salverebbe i bambini dallo sviluppare allergie.

Unghie (Thinkstcok)
Unghie (Thinkstcok)

Lo studio è stato condotto su un campione di mille persone di età compresa tra i 5 e i 32 anni che periodicamente venivano sottoposte a scrupolosi controlli.

Lo studio ha rivelato che a distanza di tempo, i bambini che avevano come abitudini malsane, quella di mangiarsi le unghie o succhiarsi il pollice, sviluppavano molte meno allergie entro la soglia dei 13 anni.

Mangiarsi le unghie immunizza dalle allergie

Lo studio neozelandese mirava a dimostrare che l’esposizione ai germi presenti sulle mani, rafforzava il sistema immunitario di chi aveva l’abitudine di mangiarsi le unghie o succhiarsi il pollice.

Il risultato è stato più che positivo anche se il fatto di mettere continuamente le mani in bocca e lesionare la pelle attorno alle unghie esporrebbe l’organismo a contrarre con facilità infezioni anche importanti.

Anche la salute del cavo orale è seriamente compromessa in chi si mangia le unghie in quanto apre la porta ad infezioni come la stomatite e facilita la formazione della carie dentale.

Il disturbo dell’onicofagia è molto comune tra i bambini ma sempre più negli adulti, forse a causa del troppo stress a cui viene sottoposto ogni individuo ogni giorno.

Nei minori, in particolare, questo disturbo palesa la presenza di un disagio che potrebbe aver origine in famiglia o in altri ambienti come quelli scolastici.

Quando ci si accorge che un bambino comincia a manifestare comportamenti come l’onicofagia, bisogna seguirlo attentamente per arrivare all’origine della manifestazione.

Negli adulti, lo stress potrà essere tenuto a bada in modo diverso e con la consapevolezza che mangiare le unghie oltre ad un danno alla salute, provoca senza dubbio un danno estetico che non è davvero da sottovalutare, soprattutto per le donne.

Impostazioni privacy