Scuola: studenti italiani tra i più stressati d’Europa

Gli studenti italiani sono tra i più stressati d’Europa. Lo afferma un rapporto dell’ufficio europeo dell’Oms. Tutti i dettagli da CheDonna.it.

Scuola (iStock)
Scuola (iStock)

I ragazzi italiani hanno un pessimo rapporto con la scuola, a meno di uno su dieci piace stare sui banchi e la maggioranza si sente stressata per via delle troppe pressioni. Nessuno, o quasi, nell’Unione europea soffre quanto loro. A sostenerlo è il rapporto quadriennale sulla salute e il benessere dei giovani pubblicato dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il disagio riguarda soprattutto gli studenti delle superiori. Cosa provoca in loro tanto malessere e perché? La scuola del resto non è più severa ed esigente come un tempo. E come mai i coetanei degli altri Paesi europei più simili all’Italia, come Francia e Germania ad esempio, non avvertono lo stesso disagio o almeno non tanto quanto gli italiani?

Secondo il rapporto dell’Oms solo il 26% delle studentesse di 11 anni e il 17% dei coetanei maschi dichiara che la scuola ‘piace un sacco‘, un dato che scende a 15 anni rispettivamente al 10% e 8%. In fondo alla classifica, e ancora meno entusiasti degli italiani ci sono estoni, greci e belgi. Gli studenti a cui più di tutti piace la scuola sono gli armeni, al primo posto della classifica europea, con un 68% di gradimento per le ragazze e un 48% per i ragazzi.

Sempre a 15 anni metà delle studentesse italiane e il 39% degli studenti italiani ottiene risultati ‘buoni o eccellenti’, e anche in questo caso i valori sono molto sotto la media europea, superiori solo a quelli di Belgio, Portogallo e Ungheria.

Per quanto riguarda la pressione e lo stress percepiti a scuola dagli studenti italiani, anche in questo caso i dati sono preoccupanti: il 72% delle ragazze di 15 anni e il 51% dei coetanei maschi percepiscono un forte stress e pressioni da parte della scuola.

Secondo il prof. Franco Cavallo, ordinario di epidemiologia dell’Università di Torino e curatore della parte italiana dello studio dell’Oms, questi dati, che già erano emersi dalla precedente edizione dello studio, sono “un segnale preoccupante“. Secondo il professore “non è da sottovalutare questa pressione che viene sentita dal ragazzo”. “Probabilmente vanno ritirati i programmi, che sono ancora legati alle superiori di una volta che selezionavano molto”, ha aggiunto Cavallo.

Ma è davvero così? O forse sono i ragazzi italiani che non sono più abituati a studiare, date anche le loro cattive performance a livello internazionale? O forse deve essere cambiato il modo di insegnare e ricostruire un nuovo rapporto tra ragazzi e scuola.

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