Zuckerberg e l’1% di un padre a suo figlio

Caro Mohamed,
mi manchi tanto. Sono quasi due mesi che non ci vediamo, da quando ho lasciato la nostra casa in Marocco e sono salito su una barca mezza rotta in Libia direzione Italia. Cerco un po’ di fortuna. Che poi per me vuol dire un tetto sopra la testa e un lavoro che mi permetta di farti studiare. Ti penso in ogni momento e ti auguro un futuro diverso dal mio. Se guardo nelle mie tasche ho poco da offrire a questo mondo. Il mio 99% è uno zaino quasi vuoto, un succo di frutta, un carica cellulare, i vestiti che indosso, e qualche decina di euro che metto via per quando tu e la mamma riuscirete a raggiungermi. Non molto da dare agli altri. Però ho un 1 per cento. Ed è il coraggio di non accettare le ingiustizie del nostro Paese. Scappo non per codardia ma perché spero che nella società in cui ti farò crescere nessuno debba più scappare da casa. Scappo perché tu, un giorno, non debba stare lontano dalla donna che ami e dal tuo bambino. Giuro, mi impegnerò con tutte le mie forze per farti studiare. Sai, anche io ho studiato, il mio diploma non mi ha aiutato a trovare un lavoro ma mi ha insegnato il valore della libertà, che è un diritto, non un privilegio.

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