Grillo contro Veronesi e la sua campagna pro-mammografia

Poche ore dopo che il commento era stato pronunciato, la polemica già divampava. “Beppe Grillo contro le mammografie”, titolavano i più blasonati siti di informazione. CheDonna.it vi racconta come sono andate le cose.

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Alcune affermazione del leader del Movimento 5 Stelle, pronunciate contro Umberto Veronesi, celebre oncologo ed ex ministro della Sanità, hanno infatti gettato una pesante ombra sul comico prestato alla politica. Ripartiamo da quanto detto  vediamo poi come si sono sviluppati i fatti.

Beppe Grillo contro Veronesi e la mammografia

Lo scenario è quello della marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza. Interpellato dai giornalisti, Beppe Grillo afferma quanto segue:

“Veronesi va sempre in tv a pubblicizzare la necessità per le donne di fare le mammografie. E dice di farle ogni due anni -spiegae l’ex comico- ma la differenza percentuale di malattia fra chi le fa ogni due anni e chi le fa meno spesso è solo del due per mille. Ma lui magari prende le sovvenzioni per il suo istituto da chi vende le macchine per le mammografie.”

Immediata la replica del ministro della salute, Beatrice Lorenzin: “La propaganda politica ha un limite invalicabile, la salute delle persone. Le dichiarazioni di Grillo sono un concentrato di pericolosissima disinformazione. Sull’oncologia tutti i dati, e l’evidenza scientifica, ci dicono che l’arma più efficace, talvolta l’unica, per sconfiggere il cancro è la prevenzione. Tra questi il tumore alla mammella, che le donne possono sconfigge proprio grazie alle mammografie e ai controlli da protocollo. Questo è uno dei casi in cui i dati parlano in modo chiaro, tanto che la mortalità delle donne per tumore al seno è nettamente più bassa in quelle zone dove i piani di screening e le mammografie coinvolgono una percentuale maggiore di donne”.

Grillo questa volta sembrava dunque averla sparata davvero grossa, tanto che, a tarda sera, arrivano sue precisazioni via web: “Non penso che la mammografia non sia utile o necessaria. Anzi penso che sia utilissima. – sottolinea il leader M5S- Ce l’avevo con la cattiva informazione che fa credere che facendo questo esame non venga il tumore. Credo che le donne si debbano informare perchè a volte ci sono dei falsi negativi o dei falsi positivi che possono allarmare inutilmente”.

Tutto chiarito dunque? Be’, diciamo che il richiamo ai “falsi negativi” ci appare quantomeno pretestuoso, senza contare che parlare di “cattiva informazione” intendendo con essa una serie di prescrizioni che, nel peggiore dei casi, potrebbero essere figlie di un eccesso di zelo non è propriamente corretto. Se quel due per mille è una stima corretta e se può o meno fare la differenza non sta a noi dirlo, quel che è certo però è che cure di sicuro successo contro il cancro purtroppo non esistono: la prevenzione è l’unica arma in nostro posse e, dunque, che ben venga anche un uso un po’ eccessivo di essa. Forse solo chi ha una seno può però capirlo e agli altri non resta che aggrapparsi all’ennesimo aggancio polemico: questa sì che è una vera “cattiva informazione”.

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