Turismo eutanasia per animali da compagnia sani. E’ polemica nella vicina Svizzera

La deputata della Lega dei Ticinesi, Patrizia Ramsauer ha presentato un’interrogazione al Consiglio di Stato Svizzero evidenziando il fenomeno del turismo dell’eutanasia per gli animali.

cane

Secondo la leghista, molti cani in condizioni sane, accompagnati dai i loro proprietari italiani, giungerebbero nel vicino Cantone Ticino, in Svizzera per essere sottoposti ad eutanasia. La leghista denuncia che  “diverse persone” avrebbero deviato la legge italiana per far sopprimere i loro animali da compagnia, in quanto in Italia è vietata l’eutanasia per gli animali sani.
“Troppe persone residenti, stufe del proprio animale da compagnia – perché purtroppo succede, eccome! – si recano dal veterinario per farlo sopprimere, anche se sano. In questi casi, spesso, il veterinario non procede all’eutanasia ma si fa carico personalmente di trovare una nuova casa all’animale vittima del proprio umano senza cuore”, ha scritto la Ramsauer, affermando che “animali esteri vengano importati in Ticino per l’eutanasia” e chiedendosi “quali sono i veterinari cantonticinesi che si prestano a questo massacro? Come intende procedere il Cantone Ticino per bloccare definitivamente il turismo dell’eutanasia? Come intende attivarsi il Governo affinché nel nostro Cantone non sia permessa l’eutanasia di animali sani?”

Un veterinario del cantone, Tullio Vanzetti ha riferito che “bisogna capire innanzitutto su quali informazioni si basano le affermazioni contenute in questa interrogazione”, sottolineando che “nel testo dell’interrogazione non sono evidenziati dati ufficiali sull’argomento”.

In Svizzera, ammette Vanzetti “non è vieta in modo esplicito la possibilità di uccidere un animale sano” e nell’ordinanza federale non viene fatta la “distinzione tra un animale da compagnia e uno da reddito”, che entrambi devono essere tutelati. La norma svizzere prevede il reato di infliggere ingiustificatamente dolore o stress attraverso azioni che compromettono il benessere dell’animale.  Ma l’ordinanza che non ha inserito la differenza tra animale sano o malato indica solo che “può uccidere un animale vertebrato soltanto chi dispone delle conoscenze e delle capacità necessarie a tal fine”. Ovvero, in questo caso, l’eutanasia di un animale si rivela essere una scelta etica del veterinario.

Come riporta cn24tv,  è amaro il commento di Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che ha evidenziato come l’ordinanza svizzera va contro la regolamentazione italiana: “E’ una situazione paradossale: da una parte sembra che cani e gatti ma anche cavalli, orsi, cerbiatti, gabbiani, piccioni, siano al centro della società moderna, con impetuosi moti popolari che a volte sfiorano il grottesco, come le proteste di piazza per l’abbattimento del cane dell’infermiera spagnola malata d’ebola. Dall’altra parte, invece, oltre ai consueti abbandoni estivi, si moltiplicano le richieste di persone disposte a pagare per l’eutanasia al proprio animale domestico perfettamente sano, perché magari non si sa più dove metterlo o semplicemente ci si è stufati di lui”.

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