Due volontarie rapite in Siria: l’abbraccio con i genitori

Due volontarie rapite in Siria: l’abbraccio con i genitori. Sono arrivate sane e salve le due cooperanti italiane, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite il 31 luglio del 2014 nel nord della Siria, fra Aleppo e Idlib, dove stavano partecipando ad una progetto mirato a portare medicine in Siria e a tenere corsi di formazione di primo soccorso.

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Il progetto era stato ideato dalla Marzullo, 21 anni, di Brembate, studentessa di Mediazione linguistica nel quale era stata coinvolto anche la Ramelli, 20 anni, di Gavirate (Varese), studentessa di scienze infermieristiche e volontaria della Organizzazione internazionale di Soccorso.

Arrivo delle volontarie a Ciampino

Le due ragazze sono state liberate ieri dal fronte Al Nusra, il gruppo siriano di al Qaida che sta combattendo contro il presidente Bashar Al Assad e che ha consentito ad aprire un valico alla frontiera con l’Iraq per fare entrare l’Isis, con il quale si è alleato.  Vanessa e Greta sono arrivate nelle notte, precisamente verso le 4h all’aeroporto di Ciampino di Roma, dopo un volo di tre ore dalla Turchia, a bordo del Falcon dell’ Aeronautica militare,  e sono state sottoposte subito ad un controllo medico all’ospedale militare del Celio, mentre oggi dovranno essere sentite dalla Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta sul loro rapimento. Intanto, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferirà alle 13h alla Camera sulla vicenda. Al momento non si hanno notizie riguardo alle modalità applicate dal governo italiano per la loro liberazione. Le autorità smentiscono di aver pagato un riscatto, laddove il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha invece parlato di un versamento di 12 milioni di dollari.

Abbraccio delle volontarie con i genitori

Tanta commozione a Ciampino dove l’abbraccio con i famigliari è avvenuto a telecamere spente: Vanessa ha finalmente riabbracciato il fratello e i genitori, ma anche alcune compagne di scuola, giunte a Roma per accoglierla. Ad attendere Vanessa vi erano invece i suoi genitori, il fratello e la sua fidanzata. Le due volontarie hanno scambiato anche alcune frasi con i loro parenti, prima di completare le procedure e lasciare l’aeroporto.

Il giro di affari dei rapimenti in Siria

Lo scorso agosto, il gruppo islamico liberò un giornalista americano, Peter Theo Curtis, detenuto per oltre due anni e che recentemente ai microfoni di Rainews, raccontò che dal giorno della sua liberazione non faceva altro che pensare alle due ragazze italiane, sostenendo di aver dato più volte la sua disponibilità ad aiutare il governo italiano per far liberare le due ragazze.
Quella dei rapimenti è un vero e proprio buisness attraverso il quale i gruppi terroristici finanziano le loro attività.  Tanto che come riporta il Messaggero,  citando il New York Times quello del riscatto dei rapinati ha fruttato ad al Qaeda e ai gruppi affiliati oltre 125 milioni di dollari negli ultimi 5 anni. Di questa somma, la maggior parte proverebbe appunto dagli europei.

“Vorrei ringraziare la Farnesina e tutte le istituzioni che hanno lavorato per la loro liberazione. Ringrazio tutte le persone che ci sono state vicine e che ci hanno sostenuto e difeso da attacchi ingiustificati e senza nessun senso. Ora ho il cuore colmo di gioia”, ha invece scritto su Facebook Roberto Andervill,  che insieme alle due volontarie aveva fondato il progetto Assistenza sanitaria in Siria – Horryaty.

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