Un inesauribile fonte di notizie. La monarchia britannica ha da sempre rappresentato materia unica da raccontare in maniera, più o meno, veritiera.
Osservata, spiata, raccontata in infinite maniere sui media di tutto il mondo. Immaginiamo non vi sia argomento più intrigante e pruriginoso degli ‘affari’ interni della famiglia reale inglese.

Vi sono i momenti in cui le attenzioni mediatiche si concentrano in maniera generalizzata, spesso caotica, create ad arte per alzare polveroni gossippari di bassa lega, altri, invece, in cui vi è un protagonista assoluto, raccontato, o descritto, nelle maniere più differenti. Per il secondo caso riteniamo che due esempi possano bastare per rendere al meglio l’idea.
Come mai si parla di questo solamente dopo 20 anni, povero Harry
1997, la tragica scomparsa a Parigi, in seguito ad un incidente stradale, della principessa Diana, con tutto quanto a quel dramma ne è poi seguito. 2022, le celebrazioni per il 70esimo anniversario del regno di Elisabetta II seguite, soltanto poche settimane dopo, dalla sua morte e dall’elezione del nuovo re. Lady Diana ed Elisabetta II, forse proprio perché incompatibili, umanamente e caratterialmente, hanno marchiato a fuoco, con la loro sola esistenza, gli ultimi decennali racconti sulla famiglia reale inglese.

Un’eredità mediatica alla quale non possono sottrarsi ora i componenti attuali della famiglia più seguita del mondo. Sono loro, un po’ a turno, a cadere sotto i riflettori dei media e sono sempre loro ad offrire spunti da gettare in pasto a lettori affamati di novità. In tal senso le ultime novità riguardano specificatamente il duca di Sussex, Harry.
Verità, vere o presunte, che emergono, o riemergono, dopo essere state avvolte nella nebbia del silenzio per lunghi anni.
A riportare alla luce il passato del principe Harry ci ha pensato la biografa reale Tina Brown che nel suo bestseller dal titolo The Palace Papers, ha raccontato una pagina fin qui sconosciuta della vita del secondogenito di re Carlo III. La biografa racconta di come l’allora fidanzata del Duca di Sussex, Cressida Bonas, lo abbia incoraggiato a consultare uno psicologo dopo aver constatato il “temperamento esplosivo” del principe.
Accettato il consiglio di Cressida Bonas Harry ha scelto come terapeuta un’amica di sua madre Diana, Julia Samuel, che lavorava nel Servizio Sanitario Nazionale ricoprendo il ruolo di consulente per il lutto. Una figura divenuta ancora più importante dal momento che la Samuel era legata all’MI6, o Secret Intelligence Service (SIS). È nota per essere la sezione numero 6 dei servizi segreti britannici.
La discrezione prima di tutto. L’urgente necessità di tenere separata la vita pubblica del principe Harry dalla complessa sua vita privata. La terapia seguita ha dato, però, i suoi frutti dal momento ha aiutato il principe a superare lo choc causato dall’improvvisa scomparsa di Lady Diana. Nel 1997 il principe Harry aveva soltanto 12 anni.