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Le piante in casa soffrono (molto) il riscaldamento in inverno: solo così le proteggi

Il calore domestico che ci coccola è lo stesso che manda in crisi il nostro angolo verde: tra termosifoni accesi, aria secca e sbalzi di temperatura, molte piante d’appartamento vanno in sofferenza. Ecco come proteggerle in inverno.

Le piante non urlano, ma mandano segnali chiarissimi: punte delle foglie bruciate, bordi secchi, steli che si afflosciano, boccioli che cadono prima di aprirsi. È il tipico identikit dell’“effetto radiatore”. Il riscaldamento ci fa bene all’umore, ma per le piante equivale a un micro-deserto in salotto. Quante volte, a gennaio, hai visto il tuo spatifillo deprimersi o l’anturio rinunciare ai fiori?

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Eppure l’acqua nel sottovaso c’era. Il problema non è solo quando annaffi, ma l’insieme micidiale di aria secca, calore diretto e spifferi freddi quando arieggi. Vale davvero la pena rischiare un tracollo verde per colpa di qualche cattiva abitudine invernale? Ecco dunque come proteggere le piante in inverno.

Come proteggere le piante in inverno

D’inverno i termosifoni asciugano l’aria in poche ore e la temperatura vicino ai caloriferi può essere anche 3-5 °C più alta del resto della stanza. Le piante tropicali da interno amano umidità tra il 40 e il 60% e temperature stabili tra 18 e 22 °C. Quando le metti a 40 centimetri dal calorifero, le foglie perdono acqua a razzo, lo stress idrico aumenta e arrivano ospiti non invitati, come il ragnetto rosso, che prolifera proprio quando l’aria è troppo secca. Se poi, per cambiare aria, apri la finestra con la pianta lì accanto, lo shock termico è servito: prima caldissimo, poi una lama gelida.

Come proteggere le piante in inverno  – chedonna.it

Risultato? Foglie giù, radici in sofferenza e uno stato di stress cronico che azzera fioriture e crescita. La regola d’oro è semplice e, sì, funziona: crea un microclima più stabile e umido, e riduci gli estremi. Per prima cosa, tieni le piante più delicate almeno a un metro dai termosifoni, mai sopra il calorifero. Le specie grandi e robuste, come ficus benjamin, tronchetto della felicità e philodendron, tollerano meglio il caldo, ma anche loro preferiscono calore diffuso e non un getto diretto.

Le medie come anturio, spatifillo e azalea vanno spostate lontano dai radiatori e leggermente sollevate dal pavimento con un sottovaso spesso o una tavoletta di sughero: eviti lo sbalzo tra aria tiepida e suolo freddo, che stressa le radici. Con le piccole, conta la specie: l’orchidea gradisce tepore e umidità costante (ma niente aria rovente), mentre piante grasse e molte begonie soffrono l’aria secca e non amano spruzzi diretti sulle foglie.

Gli spifferi? Sono il nemico silenzioso. Se le tieni vicino alle finestre, usa un cache-pot più grande del vaso e riempi gli spazi con materiale isolante (polistirolo espanso, sughero, carta riciclata ben compressa): crei una camera d’aria che difende le radici. Quando arieggi, sposta per pochi minuti i vasi lontano dal flusso d’aria. E, per la salute tua e delle piante, sigilla i micro-spifferi con paraspifferi o guarnizioni: riduci dispersioni e sbalzi, consumi meno e le foglie ti ringraziano.

Capitolo umidità: il metodo più efficace è un vassoio con ciottoli e acqua sotto il vaso (senza che il fondo stia a contatto con l’acqua). L’evaporazione crea un cuscino umido proprio dove serve. Raggruppare più piante insieme aumenta l’umidità locale. Un umidificatore impostato al 45–55% fa miracoli nei salotti secchi; un piccolo igrometro ti dice se sei nella zona di comfort. La nebulizzazione leggera delle foglie aiuta molte tropicali, ma falla con acqua a temperatura ambiente e mai su piante che la detestano (succulente, molte begonie a foglia vellutata). Evita di bagnare la sera tardi per non prolungare l’umidità fredda sulla lamina fogliare.

Come difendere le piante dal riscaldamento in inverno – chedonna.it

Infine, l’acqua nel terriccio. Con i termosifoni, la superficie si asciuga più in fretta, ma sotto può restare umida: infila un dito nel terriccio fino alla seconda falange; se sotto è fresco, aspetta. Innaffia a fondo, lascia drenare bene ed elimina l’acqua dal sottovaso. In inverno si riducono i consumi: meglio meno spesso ma bene, evitando il “sorso quotidiano” che mantiene il pane radicale sempre tiepido-umido (condizione perfetta per funghi). La concimazione? Ridotta o sospesa se la pianta è in riposo; una luce migliore, avvicinando i vasi alle finestre ma lontano da correnti, vale più di qualsiasi fertilizzante.

Controlla ogni settimana le foglie: se vedi puntinature chiare e ragnatele sottili, è quasi sempre ragnetto rosso; alza l’umidità e intervieni subito.

Flavia Scirpoli

Sono Flavia Lucia Scirpoli, ho 32 anni e vivo in Puglia. Dopo la laurea in Economia e Commercio e in Marketing Management, mi sono specializzata nel Copywriting. Mi piace scrivere e da diversi anni mi dedico alla redazione di articoli di gossip, lifestyle, economia, lavoro e attualità.

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