Vuoi una chioma più piena, luminosa e resistente senza investire in prodotti costosi? Gli hairstylist sussurrano un gesto minimal che fa la differenza: un’abitudine quotidiana, semplicissima, capace di rimettere in riga fibra e cuoio capelluto.
Se i tuoi capelli sembrano stanchi, opachi, si spezzano al solo sguardo e fanno i capricci allo styling, non è (solo) colpa del taglio. È un problema quotidiano che conosciamo tutti: routine disordinate, lavaggi compulsivi, sprint di piastra, poca idratazione. Ma davvero serve un armadietto pieno di prodotti per tornare a vedere luce e volume?
Oppure esiste un trucco semplice, zero sbatti, che rimette in pista anche le chiome più spente? Ecco il segreto degli hairstylist per vedere sin da subito la differenza e avere capelli sani, forti e luminosi.
Un problema comune fra i capelli si riconosce così: lunghezze che “frusciano” tra le dita, punte che sembrano fieno, effetto crespo costante anche quando il meteo è dalla nostra, cute che tira o, al contrario, radici oleose e lunghezze setate dalla sete. Quando il cuoio capelluto è fuori equilibrio e la fibra è disidratata, i capelli perdono elasticità, lucentezza e forza.
Gli esperti spiegano che la chiave sta nell’idratare e nel rispettare la struttura del capello, non nel sovraccaricarlo di strati. Il parrucchiere delle celeb, Marco Schiavano (volto di “Amarsi un po’” su La7), lo dice chiaro: la prima mossa non è un siero miracoloso. È molto più semplice.
Si tratta di bere un bicchiere d’acqua al mattino. Sì, proprio appena sveglia. Non è magia: è fisiologia dell’idratazione. Dopo ore di sonno, il corpo — e con lui il cuoio capelluto — beneficia di un boost idrico che aiuta microcircolo e comfort cutaneo. Gli hairstylist lo amano perché è accessibile a tutti; dermatologi e tricologi ricordano che una buona idratazione generale sostiene la salute della pelle, compresa quella sotto i capelli.
Le linee guida europee (EFSA) parlano di adeguata assunzione di liquidi nell’arco della giornata: questo primo bicchiere non fa miracoli da solo, ma “accende” la routine giusta. Con costanza, la fibra appare più elastica e la chioma più gestibile. È un investimento minuscolo con ritorni grandi. Ma non finisce qui. Per far lavorare questo gesto, serve ascoltare la propria fibra. Entra in scena la porosità: in parole semplici, quanto il tuo capello assorbe e trattiene l’umidità.
Se la porosità è bassa, le cuticole sono molto compatte: i capelli brillano, ma i prodotti faticano a penetrare e rischi accumuli. Se è media, tutto fila liscio con una routine equilibrata. Se è alta (spesso dopo colorazioni o calore intenso), l’acqua entra ed esce a razzo: il capello appare secco, crespo, più incline a rotture. In rete circolano test casalinghi come il “filo nel bicchiere” o lo spray: prendeteli come giochi indicativi, non come diagnosi. La valutazione vera si fa osservando nel tempo come il capello si comporta e, in caso di dubbi o problematiche, con un professionista.
Adatta i gesti: con porosità bassa, prediligi calore moderato dell’acqua per “ammorbidire” le cuticole e prodotti leggeri che non soffochino. Con porosità alta, aiuta a “sigillare” con risciacqui più freschi, balsami ricchi, leave-in mirati e trattamenti che proteggono la superficie. Evita gli eccessi di lavaggi: come ricorda anche l’American Academy of Dermatology, lavare troppo spesso può impoverire i lipidi protettivi; punta su shampoo delicati e frequenza in base al tuo sebo. Prima di phon e piastra, non negoziare il termoprotettore e usa calori moderati: riduce la secchezza e le doppie punte.
E poi c’è un gesto amatissimo dagli esperti: massaggiare la cute per 3-5 minuti, anche sotto la doccia, con movimenti circolari. È rilassante e sostiene il microcircolo; piccoli studi preliminari suggeriscono che possa aiutare l’aspetto di densità nel tempo, ma la costanza è tutto. C’è anche il capitolo alimentazione: un menù con sufficienti proteine, ferro, zinco, vitamine del gruppo B e acidi grassi omega-3 sostiene la crescita dei capelli perché la fibra è, in gran parte, proteica. Se noti caduta intensa, chiazze, prurito persistente o forfora severa, non aspettare: una valutazione dermatologica è la scorciatoia più intelligente.