Smart working: siamo sicuri che le regole saranno sempre le stesse?

Lo smart working cambierà dopo l’estate? Visti gli ultimi sviluppi nei contagi, che stanno di nuovo aumentando, molte persone sperano di no. Eppure la verità è un’altra (ed ha già scontentato molte persone).

Lo smart working ci ha consentito di continuare a lavorare ininterrottamente – almeno in alcuni casi – durante la pandemia.

smart working cambierà
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Allo scoppio della stessa, infatti, tutti avevamo paura di uscire di casa: anche solo raggiungere il posto di lavoro era un’esperienze terrificante ed inoltre c’era il lockdown, che aveva costretto molte attività a restare chiuse.

E così in nostro soccorso arrivò il lavoro agile – che esisteva da sempre ma di cui si parlava pochissimo – e rese possibile lavorare (e, soprattutto, guadagnare) anche in tempi di crisi, senza dover rinunciare però alla comodità ed alla sicurezza di casa.

Dall’inizio della pandemia sono passati ormai un paio di anni, le cose sono cambiate, le regole sono diventate meno stringenti. Il green pass è stato abolito, siamo (quasi) tutti vaccinati con tre dosi ed anche se attualmente ci troviamo di fronte ad un nuovo aumento dei contagi, la situazione pare essere meno seria di prima.

Detto ciò, ci saranno delle modifiche anche nel smart working, che cambierà inevitabilmente a partire da settembre.

Anche se molti lavoratori vorrebbero che restasse almeno un’opzione, il nuovo Protocollo tra le parti sociali firmato il 30 giugno lo vede ancora come uno strumento di lotta al virus. Ecco cosa accadrà da settembre.

Ecco come cambierà lo smart working

Come cambierà lo smart working da settembre? Il nuovo Protocollo su smart working e lavoro agile – siglato il 30 giugno dalle parti sociali con i ministeri di Lavoro e Salute – ha introdotto alcune modifiche sostanziali nel lavoro agile.

smart working cambierà
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Così questo resterà in vigore ancora per tutta l’estate – ma solo per alcune categorie di lavoratori – ma è ancora visto come uno strumento da utilizzare nella lotta contro il Covid.

In particolare, gli articoli che ci interessano sono l’11 ed il 12. Il primo recita così: “pur nel mutato contesto e preso atto del venir meno dell’emergenza pandemica, si ritiene che il lavoro agile rappresenti, anche nella situazione attuale, uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti ai rischi derivanti dalla malattia”.

Lo smart working, quindi, appare consigliato soprattutto per alcune categorie di lavoratori, quelle cioè più a rischio.

Ecco che quindi, partendo da questo assunto di base, fino al 31 agosto 2022 si potrà ricorrere allo smart working “semplificato”. Di cosa si tratta? Della possibilità di sfruttarlo senza che però siano necessari veri e propri accordi tra datore di lavoro e dipendente.

L’articolo 12 del Protocollo poi fa chiarezza sui succitati lavoratori fragili e spiega cosa cambierà per loro.

Limitatamente a loro, quindi “il datore di lavoro stabilisca, sentito il medico competente, specifiche misure di prevenzione e organizzative”. Sarà quindi necessario stabilire come procedere caso per caso, in base alle direttive di un medico competente.

In ogni caso, le parti sociali hanno chiesto che almeno per queste categorie lo smart working sia esteso fino al 31 dicembre 2022 almeno (mentre sappiamo che ad oggi per loro questa possibilità scadrebbe il 31 luglio).

Ma chi rientra in queste categorie? Le persone che rischiano di più nel contrarre il Covid per età, immunodepressione e svolgimento di terapie salvavita. 

Sappiamo che il 31 luglio è comunque la data di scadenza dello smart working anche per i genitori di minori under 14, ma solo a condizione che il lavoro in sede sia possibile e che non ci sia un genitore non lavoratore nel nucleo familiare.

Per queste categorie – sia i lavoratori fragili, che i genitori di minori under 14 – non è ancora chiaro se però lo smart working resterà in vigore in maniera integrale (anche se ad oggi si pensa che sarà così). Se così fosse comunque, anche nel caso in cui venissero stipulati accordi diversi tra le parti, la nuova normativa avrebbe la meglio.

L’unica eccezione è rappresentata dai casi in cui l’attività svolta non sia incompatibile con il lavoro da remoto, sarà il datore di lavoro a provare l’impossibilità del dipendente di lavorare da casa.

In ogni caso, parlando in generale e non di singole categorie, dal 1 settembre 2022 sarà possibile adottare lo smart working solo previo accordo scritto tra le parti. Questo dovrà essere siglato o all’assunzione, o in un momento successivo, ma senza questo il lavoro agile non può avere inizio.

A proposito di novità, ce ne sono alcune anche sul roaming e da adesso in poi sarà possibile navigare sul web come se fossimo a casa in tutta Europa.

Comunque appare chiaro che da settembre potremo dire addio allo smart working come avevamo imparato a conoscerlo negli ultimi anni.

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