Maria Grazia Cucinotta e quello che non aveva mai confessato prima

L’attrice Maria Grazia Cucinotta ha raccontato un periodo buio della sua carriera che ancora adesso fa fatica ad accettare. Ecco il dramma di Maria Grazia Cucinotta.

Maria Grazia Cucinotta è una delle attrici più richieste in Italia. Nonostante la sua grande fama, però, gli inizi della sua carriera sono stati particolarmente difficili. Ecco perché.

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Fonte: Mediaset

Il dramma di Maria Grazia Cucinotta

Intervistata da Silvia Toffanin a Verissimo, Maria Grazia Cucinotta ha raccontato di essere stata a lungo discriminata a causa delle sue origini meridionali.

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Fonte: Mediaset

“La mia prima agenzia di moda mi cambiò il nome in Dejanira, per loro era molto più chic essere straniera che siciliana”, ha affermato la Cucinotta. “Quando sei ragazzina credi agli altri, cerchi la loro approvazione, anche se mi sentivo in difetto e mi vergognavo a parlare”.

E ha aggiunto: “C’era e c’è discriminazione tra nord e sud, c’è già da quartiere a quartiere. Io l’ho provato sulla pelle, quando, dalla periferia, mi sono trasferita in centro. È come se esistesse serie A e serie B”.

Una giovinezza non proprio spensierata quella di Maria Grazia, che è poi riuscita a sfondare nel mondo dello spettacolo dopo la sua partecipazione al film di Massimo Troisi Il Postino.

“Quando sei ragazzina non capisci e lo prendi come una gabbia dalla quale tu devi uscire e poi invece capisci che le vite sono tutte uguali e che, come dico sempre io, dove nasci è solo un punto di partenza, poi sta a te e alla vita dimostrare quello che vali. Quindi poi te li fai scivolare addosso però ci ho messo tanto tempo e anche tanto dolore, tanta vergogna e tanta rabbia, però quella rabbia mi ha fatto andare avanti”.

Maria Grazia ha inoltre espresso, in un’altra intervista, grande fiducia nelle nuove generazioni, molto più aperte mentalmente rispetto a quelle del passato.

“Io credo nelle nuove generazioni. Vedo mia figlia Giulia, che ha 20 anni e lotta da sempre contro tutti i pregiudizi. Cambiare la mentalità in un Paese significa cominciare dalle scuole”, ha asserito l’attrice. “Dire ai nostri ragazzi che siamo delle vite ricoperte da dei corpi; che non ha importanza di che colore sia la pelle, di quale lingua parliamo. Bisogna che anche i media siano più attenti a non seminare odio, a proporre coesione e non divisione, chiarezza e non confusione”.

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