Emorroidi in gravidanza: come gestirle?

Una futura mamma vorrebbe godersi questo viaggio incredibile in tutta serenità, senza intoppi. Ahi ahi… Talvolta non è proprio così, e si presenta qualche ostacolo. È proprio il caso delle emorroidi, una evenienza tipica dei nove mesi di gestazione, poiché legata a un rallentamento della circolazione venosa a danno dei vasi sanguigni emorroidari. Niente panico: i rimedi per emorroidi in gravidanza sono pratici e davvero alla portata di tutte le quasi- mamme.

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S.O. S emorroidi in gravidanza: cosa fare nell’immediato?

Se siamo in stato interessante, possiamo fare in modo che il disagio provocato dalla sintomatologia dolorosa non interferisca con il nostro percorso di gravidanza. In che modo? Anzitutto, sembrerà banale, ma chiediamo aiuto a ginecologo e ostetrica: ci rassicureranno e potranno fornirci validi suggerimenti pratici.

Inoltre, è possibile seguire alcuni accorgimenti e consigli salutari:

  • Praticare una moderata attività motoria. Se l’andamento della gestazione lo consente e ci sentiamo bene, qualche passeggiata di 20- 30 minuti al giorno e alcuni esercizi per rafforzare il pavimento pelvico sono indicati.
  • Seguire un adeguato regime alimentare. I consigli di cucina prevedono un bilanciato introito di fibre alimentari e acqua (circa un litro e mezzo al giorno), per facilitare l’evacuazione e prevenire la stitichezza e l’infiammazione delle emorroidi.
  • Qualche attenzione in più all’igiene intima. Pratichiamo detersioni con acqua tiepida e un prodotto delicato da diluire. Asciughiamoci con delicatezza, utilizzando un panno morbido in fibre naturali.
  • Evitare di trascorrere troppo tempo sulla tazza del wc . Ciò peggiorerebbe la circolazione, acuendo il problema emorroidario.
  • Non trattenere le feci: una evacuazione faticosa e troppa pressione causerebbero l’insorgere del problema.
  • Nei limiti del percorribile, evitare molto tempo in posizione seduta o in stazione eretta. Facciamo due passi per riattivare la circolazione e favorire il ritorno venoso.

Inoltre, all’occorrenza, potrebbe essere utile un gel senza medicinali da applicare localmente sulle emorroidi, con una formulazione emolliente e protettiva, per diminuire i sintomi e promuovere i processi di riparazione dei tessuti, anche come trattamento di mantenimento e a scopo preventivo.

Perché possono insorgere le emorroidi durante la gestazione?

Durante la gravidanza, l’organismo di una donna è sottoposto a stimoli di varia origine, molti dei quali potrebbero favorire la comparsa del disturbo emorroidario.

Problemi di emorroidi all’inizio della gravidanza

All’inizio della gestazione sono soprattutto le variazioni ormonali a determinare la dilatazione e il rigonfiamento dei cuscinetti emorroidari. Per via dell’aumento ormonale (progesterone ed estrogeni), si verifica un generale “allentamento” dei tessuti connettivi.

Infatti, l’incremento del progesterone agisce rilassando le pareti muscolari intestinali e ne rallenta il funzionamento. Ne consegue una maggiore difficoltà nell’evacuazione: la stitichezza è uno dei principali elementi che contribuiscono all’insorgenza della malattia emorroidaria.

Inoltre, con l’aumento degli estrogeni aumenta anche la fragilità capillare. Il ristagnamento del sangue venoso, assieme alla debolezza vascolare, provoca la perdita di elasticità dei vasi sanguigni delle emorroidi (questo fenomeno è lo sfiancamento), con un conseguente rigonfiamento e successiva fuoriuscita dei cuscinetti emorroidari fuori dal canale ano- rettale.

Problemi di emorroidi alla fine della gravidanza

In questa fase, l’aumento del volume dell’utero e la pressione addominale provocano un rallentamento della circolazione del sangue venoso, compreso quello nelle vene emorroidarie. Quest’ultimo aspetto si fa più acuto con l’avvicinarsi del parto.

Infatti, il notevole accrescimento del volume uterino (dovuto all’aumento delle dimensioni del feto nel pancione) esercita una pressione sulle pareti intestinali, sugli organi pelvici e sui vasi sanguigni emorroidari, determinando infiammazione e rigonfiamento.

Come gestire il problema al momento del parto

Talvolta, è proprio il momento del parto a costituire l’evento che può dare luogo a una fase acuta delle emorroidi. Ciò accade perché l’espulsione imprime un forte stress ai muscoli pelvi- perineali e addominali.

Ecco alcuni consigli utili, non sostitutivi del supporto dato dalle ostetriche e dal personale medico:

  • Durante il travagliopotrebbe essere utile passeggiare moderatamente per la stanza e cambiare spesso posizione, evitando di rimanere sempre distese sul letto o sedute troppo a lungo. Lo scopo è evitare l’aumento eccessivo della pressione addominale sul pavimento pelvico e scongiurare il peggioramento dei sintomi emorroidari.
  • Quando il collo dell’utero è dilatato completamente, prima di iniziare a spingere sarebbe preferibile attendere che la testa del bambino sia scesa, per effetto delle contrazioni, onde evitare di aggravare ulteriormente la pressione addominale, con una possibile, conseguente comparsa del problema emorroidario. Infatti, fare spinte forzate potrebbe causare l’insorgenza della patologia emorroidaria o peggiorare un problema già manifesto.
  • Durante le fasi conclusive è consigliabile mettersi carponi o distese sul fianco: in questo modo, il movimento pelvico è più agevole e non c’è rischio di peggiorare la congestione vascolare a livello delle emorroidi. Invece, ci sono alcune posizioni che sarebbe meglio evitare in fase espulsiva. evitare durante la fase espulsiva. Ad esempio, la posizione semidistesa o accovacciata, poiché le spinte sarebbero troppo vigorose in caso di emorroidi in gravidanza. Anche la posizione in piedi o sulla poltrona da parto, perché il bacino non potrebbe muoversi liberamente. In ogni caso, non c’è da preoccuparsi, poiché dopo il parto il disturbo emorroidario tenderà a rientrare.
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