Pierdante Piccioni, vera storia “Doc – nelle tue mani”: dal drammatico incidente alla nuova vita

Pierdante Piccioni, primario con una carriera florida e una famiglia felice, perde la memoria e ha un vuoto di 12 anni: la storia.

Quando la realtà supera la fiction. “Doc – nelle tue mani” è una fortunata serie di Raiuno che racconta le vicende di un medico stimato, con una carriera ben avviata e una famiglia felice, costretto a riconquistare tutto quello che con fatica e sacrificio aveva costruito a causa di una perdita di memoria dovuta a un incidente stradale.

Spunto notevole per una serie televisiva, ma la vicenda purtroppo è vera: chiedere a Pierdante Piccioni, protagonista della vicenda che ha ispirato il prodotto televisivo. Sul piccolo schermo i panni del primario sono incarnati da Luca Argentero, figura attorno a cui ruotano intrighi e sotterfugi, ma nella realtà è stato tutto apparentemente più complicato. Un incidente stradale, il coma e il risveglio con un vuoto di memoria di 12 anni: gap da colmare, giorni da ritrovare, tappe da scandire nuovamente.

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Pierdante Piccioni, il primario che ha ispirato “Doc – nelle tue mani”

La vicenda di Pierdante Piccioni (Getty Images)
La vicenda di Pierdante Piccioni (Getty Images)

Il romanzo “Meno dodici” racconta tutto questo e soprattutto spiega come Piccioni, una volta superato il coma dovuto all’incidente stradale, abbia scelto di rimettersi in gioco e ritrovare i fondamenti della sua vita e della sua professione: “Ho fatto un master in pazientologia – dice – per capire com’è stare dall’altra parte”. Oggi Piccioni è in prima linea nella lotta contro il COVID-19.

In servizio all’ospedale di Codogno, ha riacquisito le capacità e gli strumenti per svolgere al meglio il proprio lavoro. A tal proposito raccomanda: “Torneremo alla vita di prima, ma adesso servono disciplina e responsabilità. Può sembrare brutale, ma solo così potremo voltare pagina”, conclude Pierdante Piccioni. Professionista, ma soprattutto esempio di volontà e tenacia quando si tratta di riprendere in mano le redini della vita: la propria e quella degli altri.

 

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