Rafael Toloi, chi è: età, altezza, stipendio e il rapporto con la fede che ha stravolto la sua vita

Rafael Toloi è un difensore dell’Atalanta e della Nazionale Italiana. Roberto Mancini l’ha voluto nella spedizione azzurra di Euro 2020.

Un brasiliano a Treviso. Sembra l’inizio di una soap opera, invece è l’incipit della vita – sportiva ed emotiva – di Rafael Toloi. Nato a Gloria d’Oeste nel Mato Grosso ha mostrato da subito la propria attitudine per il mondo del calcio: inizia al Goias la sua avventura professionistica – 88 presenze e 6 gol – per poi proseguire al San Paolo dopo 4 anni fruttuosi. Dal Brasile arriva a Roma, sponda giallorossa, con Garcia è una meteora che però riesce a farsi valere nello spazio che gli viene concesso. 5 presenze, ma tanto basta all’Atalanta nel 2015 per prenderselo e tenerlo. Al punto che diventa capitano della Dea.

Toloi sceglie l’Italia in tutti i sensi: il difensore richiede e ottiene il doppio passaporto dato che i suoi avi sono di Treviso e approda in azzurro. Il tricolore non solo nel cuore, ma anche addosso. Con la Nazionale Italiana gioca sia da difensore centrale, ma all’occorrenza si sposta sulla fascia per fare il terzino destro: duttilità e volontà.

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Rafael Toloi carriera

Rafael Toloi azzurri (Getty Images)
Rafael Toloi azzurri (Getty Images)

Binomio imprescindibile per chi come lui vive il calcio come un privilegio e intende mettersi a disposizione prima del mister (Gasperini ne sa qualcosa) e poi del CT. Mancini lo annovera tra i convocati di Euro 2020 dopo l’ennesima stagione entusiasmante a Bergamo. 41 presenze e 2 reti con la Dea quest’anno.

30 anni e le emozioni del primo giorno: merito della sua passione, che è riuscito a diventare il lavoro primario, e di una vita senza eccessi né troppo clamore. Resta lontano dai media, Toloi, compatibilmente con la sua posizione di rilievo nel jet-set italiano. Vive a Bergamo alta con la moglie Flavia, hanno due figli (Maria e Leonardo) a cui sono molto legati.

Il nome della primogenita non è casuale: la famiglia di Toloi è molto religiosa. Fede che il difensore classe 1990 porta avanti con grande trasporto. Ha perfino un tatuaggio di Gesù sulla schiena, così che possa essergli sempre accanto. La forza dei grandi valori e della semplicità: italo-brasiliano per scelta, campione per vocazione.

 

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