Paura di diventare mamma: perché a 40 anni è perfettamente normale?

La paura di diventare mamma a 40 anni è davvero difficile da tenere a bada, ma nasce spesso dalle aspettative esagerate che ogni donna ha su se stessa.

paura di diventare mamma
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Una convinzione estremamente diffusa nella nostra società, anche se non è valida a livello universale, è che tutte le donne abbiano un senso materno innato.

Le giovani donne crescono, quindi, aspettandosi di veder “sbocciare” dentro di sé le capacità di prendersi cura della prole e di farlo “per istinto” nel migliore dei modi.

Questi pensieri e queste aspettative non aiutano affatto le neo mamme, dal momento che queste ultime cominciano a provare senso di inadeguatezza e sensi di colpa per qualsiasi piccolo problema si presenti con il bambino. Si tratta di sensazioni che la madre sviluppa nei primi mesi e nei primi anni della vita del bambino e che lentamente cominceranno a essere tenute a bada, ma non smetteranno mai di manifestarsi.

Paura di diventare mamma a 40 anni: perché è più forte?

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Le donne che diventano madri da giovani si gettano a capofitto nell’avventura della maternità con la grande dose di incoscienza che in quel periodo dell’esistenza si mette praticamente in ogni cosa.

Anche se conoscono più o meno tutte le difficoltà che nasceranno nel momento in cui diventeranno madri, posseggono la dose di energia e di vitalità necessaria ad affrontare più o meno tutte le difficoltà e le nuove sfide sempre a testa alta.

Le donne che diventano madri da adulte, invece, hanno una percezione molto più chiara e dettagliata delle difficoltà a cui andranno incontro, anche perché hanno cominciato ad assumersi varie responsabilità anche in altri ambiti della propria vita.

Hanno quindi imparato a gestire doveri, orari, compiti e soprattutto imprevisti. Paradossalmente, anche se le loro abilità di gestione delle emergenze sono molto più forti rispetto a quelle delle madri più giovani, le madri già adulte sviluppano anche un’ansia anticipatoria che le mette nelle condizioni di essere costantemente preoccupate per qualsiasi cosa possa accadere. Addirittura cercano disperatamente di prevedere tutte le difficoltà e di trovare soluzioni prima ancora che il problema si risolva.

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Quest’attitudine, che si sviluppa in tutti gli ambiti della vita, diventa particolarmente visibile nella gestione del bambino.

Come si può facilmente immaginare, la paura di diventare mamma a 40 anni nasce, in parte, proprio da questo tipo di ansia anticipatoria, ma scaturisce anche dalla presa di coscienza dei propri limiti fisici. 

Tutte le donne, a 40 anni, non posseggono più le energie apparentemente inesauribili di quando erano adolescenti o quando erano già donne, ma appena nella trentina. Naturalmente questo spaventa, ma c’è anche da dire che, fino ai 40 anni, le donne hanno avuto la possibilità di confrontarsi con più modelli di madri, di fare esperienze  negative in merito alla maternità (altrui), conoscendo pessimi esempi di madre oppure ottimi esempi di madre che temono di non poter eguagliare.

Come si gestisce la paura di diventare madri a 40 anni?

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Attualmente in Italia l’età in cui si diventa madri è salita in maniera significativa: almeno uno ogni cinque bambini è figlio di una maternità tardiva.

Questo implica che sono moltissime le madri italiane a partorire intorno ai 40 anni per la prima volta. Già questo dovrebbe essere un motivo per tranquillizzarsi.

Avere un figlio dopo i 35 non è uno stigma sociale o un problema della donna o della coppia. Al contrario, è una conseguenza logica dello stile di vita contemporaneo.

Per gestire la paura è inoltre necessario comprendere se si tratta di una paura motivata oppure no. Se la paura nasce semplicemente dal ritenere di non essere abbastanza pronta, basta studiare e informarsi in maniera ragionata, avendo cura di non lasciarsi andare all’accumulo insensato di informazioni, che confonderanno le idee invece di schiarirle.

Un’altra causa della paura di diventare mamma a 40 anni è che, molto spesso, proprio a quell’età una donna è riuscita a raggiungere una stabilità lavorativa ed economica e ha combattuto moltissimo per ottenere entrambe. Molte donne hanno il terrore di dover rinunciare alla propria indipendenza lavorativa dopo la nascita del bambino. Per quanto si tratti di timori comprensibili, l’unica soluzione percorribile è parlare a lungo e chiaramente con il partner, in maniera da predisporre ogni cosa nella maniera migliore possibile, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto della maternità sulla vita della madre.

Parlare di questi problemi apertamente non è indice di egoismo o di inadeguatezza. Al contrario, è indice di grande maturità e del desiderio di superare il problema senza far ricadere le proprie ansie e le proprie paure sul bambino e, più in generale, sull’atmosfera familiare.

Farsi seguire da uno psicologo sia durante la gravidanza sia durante i primi mesi dal parto potrebbe essere un’ottima idea per imparare a controllare l’ansia e a sviluppare delle tecniche di gestione specifiche per la propria situazione.

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