Vivi per accudire il bebè ma sei sempre stanchissima? Attenta al burnout!

La stanchezza da mamma è una conseguenza inevitabile del superlavoro a cui le donne sono sottoposte: l’esaurimento delle energie però è un pericolo concreto. Si chiama burnout, ed ecco come evitarlo.

stanchezza mamma
(Pexels)

L’accudimento della prole è un tema delicatissimo ed è diventato un tema scottante proprio nei mesi della Pandemia. Mentre le scuole erano costrette a chiudere i battenti e i nonni non potevano offrire come un tempo il loro supporto organizzativo, le donne sono state oberate come non mai di impegni familiari, di cura e di lavoro.

La situazione attuale però è solo un campanello di allarme che indica qualcosa di molto più grave: anche prima della Pandemia le donne erano sottoposte a ritmi di lavoro e responsabilità di cura assolutamente stressanti che, spesso, non vengono nemmeno riconosciute come tali perché considerate doveri familiari, responsabilità personali di ogni donna in quanto madre. Fino a che punto questo è giusto?

La sindrome di Wendy e la stanchezza da mamma

stanchezza mamma
(Pexels)

La sindrome di Wendy è un atteggiamento tipico delle donne di ogni età, che tendono a prendersi cura dell’altro prima che di se stesse. Chiamata spesso anche sindrome della crocerossina, è un modo di vivere e di pensare che le donne assorbono dalla società fin dall’infanzia.

Se una donna è stata accudita da una figura materna molto attiva, premurosa e onnipresente sentirà come naturale e necessario ricoprire quel ruolo. Per questo motivo tenterà in ogni modo di farsi letteralmente in quattro per accudire il figlio da ogni punto di vista, cercando di dare sempre il meglio di sé e soprattutto sacrificando tutto della propria vita privata, personale e relazionale per dedicarsi a essere esclusivamente una buona madre.

In realtà questo schema di comportamento è pressoché inevitabile nelle prime settimane di vita del bambino, soprattutto se la madre ha scelto l’allattamento al seno.

L’importante però è capire fin da subito che si tratta di un impegno limitato nel tempo e che non deve protrarsi oltre i limiti sopportabili dalla persona in questione.

Il burnout è infatti l’esaurimento emotivo delle persone che svolgono compiti di assistenza e accudimento nei confronti di ammalati, infermi, anziani e così via.

Si manifesta però molto spesso anche nelle madri e in particolare nelle madri lavoratrici.

Per approfondire => Burnout | Cos’è e come si combatte l’esaurimento da stress

Esistono naturalmente moltissime strategie per prevenire, gestire e limitare i sintomi del burnout. Ma quali sono quelli in grado di venire incontro in particolare alle madri e alle madri lavoratrici?

1 – Non pretendere di essere sempre disponibile

Le madri, e soprattutto le neo mamme sono in grado di lavorare per ore, ore e ore senza lamentarsi, spesso addirittura senza provvedere a sufficienza alle proprie esigenze fisiche di base come mangiare e (soprattutto) dormire.

Questo ovviamente è un comportamento che porterà danni fisici e psicologici sul lungo periodo. I danni fisici saranno dati da una spossatezza costante (la tipica “stanchezza da mamma”), che impedirà letteralmente di fare qualsiasi cosa dopo aver svolto tutti i compiti della giornata. I danni di tipo psicologico invece sono molto più sottili e più difficili da individuare soprattutto nelle prime fasi, ma altrettanto pericolosi: irritabilità, insonnia, nervosismo, tensione muscolare psicosomatica sono tutti sintomi comunissimi nelle donne che trascorrono molto tempo accudendo casa e bambini.

Prima di arrivare a livelli di guardia, è strettamente necessario capire che si può essere disponibili fino a un certo punto, e che se si è troppo stanche per fare qualcosa si potrà (anzi, si dovrà) chiedere l’aiuto del proprio partner, dei parenti e di chiunque possa dare una mano in una qualunque forma.

Ciò che sarà più duro in assoluto da imparare per una madre sarà il non donarsi completamente per conservare un piccolo bagaglio di energie per se stessa e il proprio benessere.

2 – Essere in grado di dire di no

Nella maggior parte dei casi una neo mamma tende a mantenere tutti gli impegni e le responsabilità che aveva anche prima della maternità. Questo, materialmente, non è possibile.

Essere in grado di dire di no a impegni che implicherebbero uno sfruttamento eccessivo delle energie fisiche e mentali è assolutamente necessario. Organizzare qualcosa per i parenti, accompagnare un amico o un parente da qualche parte e magari portarsi dietro anche il bambino può essere una piacevole rottura della routine quotidiana ma, allo stesso tempo, può trasformarsi anche in un incubo organizzativo. Se non ci si sente in grado di portare a compimento un compito in serenità sarà sempre possibile dire no senza sensi di colpa.

3 – Scrivere lettere a se stesse

Uno strumento molto prezioso per curare la stanchezza da mamma è parlare sinceramente a se stesse, concedendosi un momento della giornata in cui non si recita la parte della mamma perfetta, della moglie perfetta, della donna perfetta.

In questo caso tenere un diario segreto può fare letteralmente miracoli. Lo si dovrebbe utilizzare per sfogare senza censure le tensioni e le cause di stress affrontate durante la giornata, riuscendo anche a tenere nota delle fluttuazioni dell’umore nell’arco dei giorni.

Servirà a capire quali sono i veri problemi e le loro cause dirette, permetterà quindi di intervenire su di esse nel momento in cui si avranno le armi per cambiare le cose e magari limitare gli effetti di situazioni stressanti.

 

 

 

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