Intervistiamo Simone Buzzi, lo chef che sta conquistando tutti a “E’ sempre mezzogiorno”

Abbiamo avuto il piacere di conoscere e fare una chiacchierata con Simone Buzzi, uno degli chef più amati del programma E’ sempre mezzogiorno condotto da Antonella Clerici. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Chef Buzzi
Foto da Instagram @
chef_simone_buzzi

E’ stata una telefonata informale e molto divertente quella che ieri pomeriggio ci ha fatto conoscere Simone Buzzi. Noi eravamo abituate a vederlo in tv, su Rai Uno, dove propone piatti golosi e divertenti a E’ sempre mezzogiorno, programma condotto da Antonella Clerici, ma questo chef si è rivelato esser molto di più.

Abbiamo conosciuto una persona carica di umorismo, spontanea, con un grande bagaglio di esperienze che non ha difficoltà a raccontare e condividere. Oggi vogliamo allora farlo conoscere anche a voi.

Ecco che cosa ci siamo detti.

Chef Simone Buzzi risponde alle nostre domande

Simone Buzzi tv
Foto da Instagram @
chef_simone_buzzi
Come è nata la passione per la cucina e quando hai deciso di trasformarla in lavoro?
“Venivo da un’esperienza di famiglia: mio nonno aveva un ristorante ma soprattutto sono cresciuto con delle nonne che cucinano bene e sai, se ti piace mangiare… Io ricordo che quando mi svegliavo a Ferragosto, con gli odori e i profumi, era difficile capire se non fosse Natale. Crescevi con il fine pasto al suono si “ma a Natale che famo?”. Così è nato un percorso”
Sappiamo che il tuo amore per la cucina ti ha portato a fare diverse esperienze all’estero: che cosa ti è rimasto di queste avventure e come credi abbiano cambiato te e la tua cucina?
“Il contesto era ovviamente professionale ma, entrando in punta di piedi, ti accorgi che anche i maestri partono sempre dai loro ricordi di infanzia. Per esempio un piatto che si faceva a Lione da Paoul Bocuse, veniva cotto nel burro come facevano a casa sua. Tutto sommato ognuno costruisce il suo percorso basandosi sulle proprie tradizioni. Anche io oggi parto da lì e poi, certo, inserisco ingredienti e suggestioni che ho imparato giro per il mondo”
Ricordi il primo piatto che hai realizzato come chef professionista?
“Spaghetto pomodoro e basilico: il primo piatto che mi hanno detto ‘fallo te’, che poi era per il personale. Sembra semplice ma va equilibrato acidità pomodoro, dolcezza cipolla e aromaticità basilico: non è così scontato”
Che cosa secondo te non può mai mancare in un piatto e che cosa invece contraddistingue un grande piatto?
“In un piatto vari ingredienti entrano. Ma in una cucina per me è l’olio d’oliva buono, l’aglio buono, i pomodori buoni: sono le basi della cucina. Poi gli ingredienti cambiano ma la materia prima fa la differenza. Ma se non parti dall’olio buono non combini nulla”
E’ sempre più aperto nel mondo dei fornelli il dibattito tra tradizione e innovazione: da che parte ti schieri e perché?
“Parto da un presupposto: c’è chi vuole magiare tradizionale ma poi c’è anche chi sceglie un menù degustazione in cui ti affidi a ciò che lo chef ti propone e lì trovi una cucina veramente particolare”
Sappiamo che hai dei bambini e che i più temuti critici culinari sono sempre i piccoli: è così anche per te? Quale piatto cucini più spesso per loro?
“Da quando il covid è arrivato tutto è cambiato: prima non ero mai a casa, ora mangiamo sempre insieme. All’inizio avevo carta bianca, poi ognuno ha iniziato a fare le richieste: cacio e pepe per il più grande, il medio ama il risotto e poi c’è la più piccola, Beatrice, che mangia un po’ di tutto. E’ peggio di un ristorante”
Come è nata l’idea di prender parte al programma culinario di Antonella Clerici?
“L’idea di andare in tv in generale è nata tre anni fa, quando alcuni colleghi facevano qualche programma, però si è fermata là. Poi lessi un annuncio e chiesi delle informazioni. In seguito mi hanno chiamato e ho fatto un colloquio in cui abbiamo parlato di tutto tranne che di ricette. Mi hanno detto: ‘da venerdì inizi’. La tv l’ho desiderata, è apparsa e mi sono innamorato.”

Chef nella vita e chef in tv, come cambia il lavoro passando davanti la telecamera?

“Dentro una cucina è un po’ come un’orchestra. Io come indole sono molto solare però quelle due tre ore vesto i panni di un generale invece in televisione sono me stesso, quello della porta accanto, ti spiego una ricetta come farei a mio figlio e te la faccio vedere in modo divertente.”
Come ti trovi allora nel mondo della tv?
“Mi sento a casa, certo è una casa grande ma ti senti sempre a tuo agio. Conoscere quella che per me era la regina della cucina (Antonella Clerici, ndr) è stato ed è un sogno perché ancora non ci credo quando vado lì. Poi ho avuto la fortuna di conoscere due persone fantastiche che sono gli autori, che mi guidano ogni giorno: mi vogliono bene e io ne voglio tanto a loro. Sono veramente grato”
Ti chiediamo due consigli: uno per chi ha passione per la cucina e ama mettersi alla prova ai fornelli e un altro per chi vuole intraprendere la carriera da chef
“Per i più giovani dico sempre che devono aver ben chiaro che ciò che vedono in tv è diverso dalla realtà, è un momento simpatico di una vita fatta di sacrifici, lavori sempre soprattutto i primi tempi. Per chi ama cucinare invece deve mettere in conto che cucinare vuol dire sporcare: poi la cucina va pulita”
Per concludere la nostra domanda di rito: che cosa diresti al Simone da piccolo e che cosa al Simone del futuro?
“Al più grande direi ‘ti ho fatto divertire’. Al piccolo, che era un pazzo, gli direi ‘vedrai quello che farai e non sarà ciò che ti aspetti’. Capirai immaginavo di fare il pilota, era l’epoca di Top Gun”
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