Coppia con un figlio unico, che rischi corre?

Siete genitori ed avete un solo figlio? E’ tempo di affrontare l’argomento della sindrome del figlio unico.

Una coppia può decidere di non avere altri figli oppure può accadere che non arrivino altri figli. Quando la famiglia è composta da un foglio che cresce senza fratelli quali rischi si corrono? C’è davvero la possibilità di tirare su un figlio egoista, viziato ed intollerante? Alcuni esperti si sono interessati alla questione.

Coppia con un figlio unico, cosa sapere

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Gli esperti in psicologia non credono che avere un unico figlio influisca negativamente sull’educazione e sul futuro di questo figlio. Un foglio unico non necessariamente è più viziato di altri figli che hanno fratelli e sorelle.  Nonostante alcuni pregiudizi ci sono costatazioni reali da tener presente.

Pensate che il carattere di vostro figlio dipenda dal numero dei fratelli e sorelle che ha? In realtà gli esperti confermano che i problemi che spesso affibbiano al fatto di essere figli unici in realtà sono solo frutto di preconcetti. Non è detto che un figlio unico abbia maggior bisogno di attenzione, che mostri problemi di condivisione e sia più viziato.

In passato alcuni esperti avevano fatto luce sui problemi comportamentali inerenti l’essere figli unici. Secondo E.W. Bohannon, pedagogo della Clark University in Massachusetts, essere figlio unico era “una malattia di per se stessa”.

Questa sarebbe stata la conclusione di un sondaggio sottoposto a circa 200 genitori di figli unici ai quali era stato chiesto di descrivere le caratteristiche della loro prole.

196 genitori su 200 affermarono di giudicare i propri figli “troppo viziati”.

Questo studio fece grande clamore perché venne diffuso nei primi del 900 proprio in un momento storico in cui le famiglie della classe media si dedicavano meno alla genitorialità e alla procreazione e più al lavoro. In molte di queste famiglie era presente un solo figlio e in seguito allo studio si diffuse il pensiero che questi fogli che crescevano senza fratelli fossero più dipendenti dai genitori, ipocondriaci e meno autonomi e anche più sensibili.

In seguito la questione del figlio unico è stata nuovamente esaminata. Nel 1986 Toni Falbo, psicologa dell’Università del Texas ad Austin nonché figlia unica, si dedicò all’ aspetto comportamentale dei figli unici e prese in esame circa 200 studi che ritenne rilevanti sull’argomento. Incrociando i dati dei diversi studi notò che solo un aspetto era comune a tutti i figli unici: il loro forte attaccamento con i genitori.

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Recentemente, nel 2018 è stato condotto un’altro studio da Andreas Klocke e Sven Stadtmüller dell’Università delle Scienze Applicate di Francoforte proprio su quest’ultimo aspetto , ovvero sull’intensità del legame che i figli hanno con i propri genitori. In seno allo studio sono stati valutati 10 mila studenti tedeschi.

Secondo le conclusioni dello studio è stato possibile affermare che:

  • per il 25% dei figli unici il legame con i genitori è stato definito positivo
  • per il 24% dei primogeniti, il 20% dei secondogeniti e il 18% dei terzogeniti il legame con i genitori è stato definito positivo.

Dallo studio è anche emerso che molti figli unici da piccoli avrebbero voluto avere fratelli e sorelle, e quando questi non sono arrivati si sono avvalsi di un amico di gioco immaginario col quale sfogare il bisogno di socialità.

Infine i figli unici sarebbero stati definiti come:

  • meno altruisti
  • più creativi.

Questo ultimo aspetto è stata la conclusione di uno studio cinese.  Jiang Qiu della Southwest University di Chongqing, ha analizzato 126 studenti figli unici e di 177 figli con fratelli.

Dallo studio è emerso che coloro che hanno fratelli e sorelle sembrerebbero essere più tolleranti, empatici e propensi a condividere.

I figli unici hanno dimostrato di avere più abilità di pensiero laterale, probabilmente per via dell’abitudine a cavarsela da soli.

In linea generale gli esperti sono concordi nel confermare che il comportamento di un figlio, con o senza fratelli, dipenda in larga misura dal suo contesto familiare.

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