Sei triste dopo il parto? Si chiama Baby Blues ed è del tutto normale

Il Baby Blues è quel breve periodo che segue il parto durante il quale una donna sperimenta un totale crollo delle energie mentali e fisiche. Quali sono le sue conseguenze e quando è necessario preoccuparsi? 

Baby Blues
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Secondo un cliché estremamente comune nella nostra società, una madre che ha appena partorito dovrebbe essere la persona più felice del mondo: si tratta di una sorta di stato di grazia che molte donne credono cominci automaticamente, nel momento in cui si abbraccia o si tocca per la prima volta il proprio bambino.

Purtroppo le cose non sono così semplici, come sanno tutte le madri che hanno attraversato la delicatissima fase di passaggio tra il parto e la nuova vita insieme al proprio bambino.

Il drastico cambiamento ormonale a cui le donne vanno incontro dopo il parto, lo stress fisico correlato alla gravidanza e il carico mentale che è necessario gestire prima che il bambino venga al mondo mettono il fisico e la psiche delle donne a durissima prova.

Da questo insieme di fattori si genera lo stato psicologico conosciuto come Baby Blues e che molte donne dovrebbero imparare a conoscere prima del parto, al fine di non trovarsi impreparate nel momento in cui la “malinconia da bebé” sopraggiungerà.

Baby Blues: tutte le cause della malinconia delle neo mamme

baby blues mamma
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Come già accennato, le cause del baby blues sono di varia natura: alcune sono prettamente biologiche e altre sono relative ai profondi cambiamenti logistici ed emotivi a cui va incontro una donna che ha appena partorito.

Cosa cambia dopo il parto a livello ormonale?

Il cambiamento ormonale che si verifica nell’organismo delle neo mamme dopo il parte riguarda principalmente i livelli di progesterone e di estrogeni, che calano in maniera drastica e improvvisa.

Il progesterone è l’ormone che contribuisce a modificare e preparare l’utero all’impianto dell’embrione. Dopo il concepimento questo ormone è anche responsabile del mantenimento della gravidanza, cioè fa sì che l’utero continui a essere un luogo accogliente per il corretto sviluppo del feto. Se la gravidanza è andata avanti senza problemi, dopo nove mesi il corpo comincia a produrre meno progesterone, inducendo le contrazioni dell’utero e quindi l’espulsione del feto.

Tra le conseguenze dei bassi livelli di progesterone ci sono:

  • ventre, gambe e piedi gonfi
  • secchezza vaginale
  • seno turgido e dolorante
  • perdita della libido
  • improvvisi e profondi cambiamenti d’umore

Gli estrogeni sono gli ormoni che regolano le varie fasi dello sviluppo fisico di una donna. Nello specifico fanno sì che da adolescente una donna abbia il primo mestruo, sono coinvolti nel corretto sviluppo delle ghiandole mammarie del seno, regolano il passaggio dall’età fertile alla menopausa. 

Tra le funzioni secondarie degli estrogeni ci sono la regolazione della temperature corporea e il mantenimento del tono muscolare e della densità ossea, contribuiscono a regolare l’umore, la memoria, la concentrazione, la libido. 

Com’è facile prevedere, le conseguenze di bassi livelli di estrogeni nel sangue sono:

  • perdita della densità ossea (motivo per cui le donne in menopausa vanno più facilmente incontro a fratture ossee anche dopo urti di lievi entità)
  • perdita del tono muscolare
  • ansia
  • depressione
  • stanchezza generalizzata e astenia
  • dolori corporei diffusi

Anche semplicemente analizzando questi dati si comprende facilmente che gli sbalzi d’umore e la stanchezza cronica che si impossessa delle neo mamme nei primi giorni dopo il parto sono assolutamente normali e non c’è modo di evitarli, anche se possono presentare differenze anche significative da donna a donna.

Il modo migliore per affrontare questo momento delicatissimo è di accogliere tutte le sensazioni senza tentare di controllarle o di ostacolarle. 

Più “resistenza” si oppone, nel tentativo di minimizzare o nascondere queste emozioni, più tempo durerà inevitabilmente il baby blues.

Quali sono le cause “sociali” del Baby Blues?

Tutte le donne che si apprestano a diventare mamme per la prima volta sviluppano un forte senso di inadeguatezza e l’ansia di non riuscire ad essere buone madri.

Per questo motivo, nei mesi della gravidanza cercano di prepararsi in ogni modo possibile per essere all’altezza del compito.

Oltre a informarsi nella maniera più accurata possibile, le future mamme si impegnano a preparare ogni cosa affinché il bambino trascorra i primi giorni di vita in una casa accogliente. Purtroppo questa tensione al perfezionismo può sfociare nella cosiddetta sindrome del nido che non fa altro che accumulare altro stress sulle spalle delle mamme prossime al parto.

Nei giorni appena successivi al parto non è raro che si incorra in molti dubbi: “Avrò preparato tutto? Avrò dimenticato qualcosa? Avrò pensato a ogni esigenza del bambino e a ogni possibile imprevisto?”.

Anche questo naturalmente aumenta a dismisura il carico mentale delle neo mamme, che dopo il parto si sentiranno in obbligo di compensare gli eventuali errori commessi durante le fasi di preparazione del “nido”.

La sindrome della mamma perfetta

Uno dei problemi maggiori per quanto riguarda la gestione del baby blues da parte delle neo mamme è il fatto che le donne tendono a non confidarsi in merito ai problemi che stanno riscontrando nell’adattarsi alla nuova vita di madri e spesso non riescono nemmeno ad accettare di averli.

Oltre ai problemi di natura emotiva e psicologica di cui abbiamo già parlato è necessario anche prestare attenzione alla fatica di adeguarsi a una nuova fisicità e la paura terribile di non tornare più alla propria forma pre parto. 

Il dovere di mostrarsi come una madre perfetta, in forma e soprattutto felicissima per la nascita del bambino diventa quindi una sorta di copione scritto dalla società a cui le donne cercano disperatamente di uniformarsi, anche se i cambiamenti biologici a cui il loro corpo va incontro creano grandissimi ostacoli concreti a questa operazione.

L’unico modo per evitare di soffrire per il paragone costante con un modello di mamma ideale è semplicemente quello di abbassare il livello di perfezione a cui si intende giungere. Impegnarsi al massimo in quello che si fa, per ottenere il benessere e la serenità del proprio bambino, andrà sempre bene, sarà sempre giusto e sufficiente.

Con il tempo e soprattutto con l’esperienza si potranno imparare moltissime cose, acquisire nuove conoscenze e abilità che renderanno più semplice il compito di essere madre e migliori i risultati conseguiti nel corso del tempo.

Che differenza c’è tra il Baby Blues e la depressione post partum?

Baby Blues
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Il Baby Blues in genere dura solo tre o quattro giorni, al massimo una settimana. Per questo motivo non bisogna assolutamente preoccuparsi della sua durata: basterà affrontarlo con serenità e semplicità, attendendo pazientemente che passi e concentrandosi su tutte le bellissime esperienze a cui la maternità darà accesso.

La depressione post partum è invece una problematica psicologica molto complessa e duratura, che può innescare delle reazioni a catena e anche delle conseguenze importanti per il benessere fisico ed emotivo della neo mamma.  

Diagnosticare e affrontare correttamente quella che è una vera e propria malattia è fondamentale per uscirne facilmente e velocemente, ritrovando vitalità ed energie.

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