Stop ad AstraZeneca. L’Italia si unisce a Francia, Germania e Spagna

Anche l’Italia dice stop, in via precauzionale, al vaccino AstraZeneca. Il divieto è valido su tutto il territorio nazionale. La stessa decisione è stata adottata anche da Germania, Spagna, Francia e Danimarca. Resta il nodo su come garantire la seconda dose a chi già ricevuto la prima

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E’ ufficiale: anche l’Italia ha bloccato le somministrazioni del vaccino anti-Covid di AstraZeneca. Il divieto è esteso a tutto il territorio nazionale. Si tratta di una sospensione “in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema” – così ha chiarito l’Aifa.

L’agenzia italiana del farmaco ha spiegato, in un comunicato stampa, che la decisione “è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei” e che ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso”.

Resta però un nodo da sciogliere, ovvero come garantire la seconda dose a chi ha già ricevuto la prima. Una soluzione deve essere trovata. Al riguardo, nel comunicato, si legge che l’agenzia “renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose”.

Lo stop ad AstraZeneca arriva proprio ora che il commissario all’emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha ultimato il nuovo piano vaccinale. La decisione di sospendere le somministrazioni è stata presa dopo un colloquio tra il premier Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza.

La scelta di fermare la vaccinazione con AstraZeneca è arrivata dopo i tre decessi registrati in Italia (due in Sicilia e uno a Biella). Per le tre morti, al momento, si parla di nesso temporale e non di nesso causale. Si attendono gli esiti delle autopsie. Intanto, le indagini sono in corso.

Stop ad AstraZeneca. Giovedì la decisione dell’Ema

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Stop in via precauzionale al vaccino AstraZeneca in Italia, ma anche in Spagna, Germania, Francia e Danimarca. La lista è lunga e include anche Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Islanda, Bulgaria, Thailandia, Repubblica democratica del Congo, Irlanda.

La parola passa ora all’Agenzia Europea per i medicinali che si pronuncerà giovedì. L’Ema fatto sapere che “gli esperti stanno esaminando in dettaglio tutti i dati disponibili e le circostanze cliniche che circondano casi specifici per determinare se il vaccino potrebbe aver contribuito o se è probabile che l’evento sia stato dovuto ad altre cause“.

Domani il comitato per la sicurezza dell’Ema (Prac) esaminerà, ulteriormente, le informazioni finora raccolte. Il 18 marzo, in una riunione straordinaria, si farà il punto sui dati disponibili. “Qualsiasi ulteriore azione che potrebbe essere necessaria” , ha fatto sapere l’Ema, sarà decisa nel corso dell’incontro. L’agenzia, nella nota stampa, ha comunque rassicurato che “i benefici del vaccino AstraZeneca superano sempre i rischi”.

Già prima della notizia dello stop molti cittadini avevano comunicato di non voler fare più il vaccino. Timori e incertezze si fanno strada nell’opinione pubblica. Nonostante le rassicurazioni degli esperti, il sito ufficiale dell’Aifa è stato preso d’assalto, registrando disservizi e malfunzionamenti.

Su 2.196.000 dosi di vaccino AstraZeneca consegnate in Italia ne sono state somministrate 1.093.800 milioni, in base ai dati pubblicati dal governo, ovvero il 49,8% di quelle arrivate nel nostro paese.

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In attesa che le autorità competenti facciano chiarezza, la campagna vaccinale andrà avanti con le dosi degli altri produttori. Intanto, fino a Pasqua, gli italiani saranno alle prese con i divieti introdotti con l’ultimo decreto legge.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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