Calendario scolastico, cambia tutto: il piano di Mario Draghi

Calendario scolastico, dalle prossime settimane cambia tutto: il piano di Mario Draghi per ristabilire un po’ di normalità

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In mezzo ai molti temi caldi affrontato nel suo primo discorso in Senato da premier incaricato, uno dei temi caldi affrontati da Mario Draghi è stato quello della scuola. Una visione più europeista, sperando che presto l’Italia possa tornare alla normalità. Ma proprio per questo, anche cambiamenti in corsa.

Alcune novità erano già state in parte anticipate nei giorni scorsi e sono state confermate in aula. Il nuovo governo Draghi farà di tutto per rimettere in pari il programma, soprattutto in quelle regioni e per quelle fasce di età (Scuola Secondaria in testa) che hanno dovuto sottostare a troppe ore di Dad. Un male necessario, certo, ma il premier è convinto che le lezioni in presenza siano un’altra cosa.

Per spiegarlo fa quello che gli riesce meglio, usa i numeri. “A fronte di 1.696.300 studenti delle scuole secondarie di secondo grado – ha detto in aula – nella prima settimana di febbraio solo 1.039.372 studenti (il 61,2% del totale) ha avuto assicurato il servizio attraverso la Didattica a Distanza”. Non vuole puntare il dito contro nessuno, ma la scuola italiana deve fare un passo avanti anche in questo senso.

Quindi l’Italia deve fare ogni sforzo per tornare in fretta a ristabilire un orario scolastico normale. E il primo passo è quello di distribuire da qui alla fine dell’anno scolastico le lezioni in diverse fasce orarie, anche il sabato, anche nei mesi estivi. Lo scopo è quello di recuperare le ore di didattica in presenza andate perse lo scorso anno in particolare nelle regioni come quelle del Sud Italia in cui la Dad aveva maggiori difficoltà.

Calendario scolastico, le proposte di Draghi per cambiare il modo di studiare

Mario Draghi non nasconde che il rientro a scuola per tutti deve avvenire in condizioni di massima sicurezza e il suo governo lavorerà anche per quello. Gli studenti italiani però devono essere anche un modello e avere per questo tutti gli strumenti adatti. Nelle prossime settimane quindi in accordo con le Regioni sarà stabilito un nuovo calendario destinato soprattutto a chi in questi mesi è stato più penalizzato dalla chiusura delle scuole.

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Un  passaggio però è stato diretto zanche agli insegnanti e agli istituti: “Necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni”. Allo stesso modo meriteranno particolare attenzione gli Istituti Tecnici per i quali è pronto in finanziamento europeo complessivo di 1,5 miliardi da investire. Ma senza un piano adeguato, quei fondi rischiano di non arrivare mai in Italia.

Toccherà per primo a Patrizio Bianchi, nuovo ministro per l’Istruzione appena insediato, tradurre in atti concreti tutti questi propositi. Nei giorni scorsi commentando l’ipotesi di prolungare l’anno scolastico sino alla fine di giugno ha spiegato che una decisione non è ancora stata presa.

Ma è chiaro che il nuovo governo immagina una scuola diversa, con una formazione e un percorso diverso. “Siamo chiamati disegnare un percorso educativo che combini la necessaria adesione agli standard qualitativi richiesti, anche nel panorama europeo. Questo significa nuove materie e metodologie, coniugando le competenze scientifiche con quelle delle aree umanistiche e del multilinguismo“, ha concluso Draghi.

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