L’appello di Maglie a Draghi: “Il Cts va chiuso, un anno di insuccessi”

La giornalista Maria Giovanna Maglie lancia un appello. Si rivolge al premier Mario Draghi, chiedendo che il Cts venga chiuso “perché comanda da un anno senza successo”

Maria Giovanna Maglie
(Instagram @mgmmariagiovannamaglie)

Dopo un anno di pandemia è tempo di bilanci. Si discute su tutto, anche sul ruolo del Comitato tecnico-scientifico voluto dall’ex premier Giuseppe Conte. Uno stuolo di accademici, medici e scienziati che dispensano consigli alla politica per gestire l’emergenza sanitaria.

In questi lunghi mesi il comitato ha rilasciato pareri su come arginare la diffusione dei contagi da Covid-19. La premessa, però, è sempre stata la stessa: i tecnici indirizzano e la politica decide. Gli esperti lo ribadiscono in ogni occasione. I loro pareri, comunque, hanno portato all’adozione delle misure restrittive ancora in vigore fino al 5 marzo 2021.

Anche il nuovo esecutivo di Mario Draghi, composto da 23 ministri, sembra essere orientato ad andare avanti con il sistema delle quattro aree di rischio, rossa, gialla, arancione e bianca (quest’ultima mai attivata fino ad oggi). La curva epidemiologica è stabile da un po’ di giorni ma fanno paura le nuove varianti, soprattutto quella inglese. A Napoli ne è stata individuata una mai osservata in Italia.

Oggi in Senato si voterà la fiducia al governo Draghi. Domani il bis alla Camera. Gli occhi sono puntati sul nuovo esecutivo, per capire se ci sarà o meno un cambio di rotta nella gestione dell’emergenza sanitaria. Nel frattempo montano le polemiche, anche per l’operato del Comitato tecnico-scientifico. Maria Giovanna Maglie chiede che vanga chiuso. Ecco le sue motivazioni.

Maglie, l’appello. “Distrutti da un eccesso di lockdown”

Maria Giovanna Maglie
(Instagram @mgmmariagiovannamaglie)

Il Cts è rimasto lo stesso di quando alla guida del governo c’era Giuseppe Conte. La giornalista Maria Giovanna Maglie si aggiunge al coro delle polemiche. Rivolge un appello a Draghi affinché ci sia un segnale di discontinuità. Gli esperti che lavorano a stretto contatto con il ministro della Salute, Roberto Speranza, sono finiti al centro di un’accesa diatriba dopo il repentino cambio di idea sulla riapertura degli impianti sciistici. Era attesa per il 15 febbraio ma poi c’è stato un dietrofront a meno di 24 ore.

Le piste resteranno chiuse fino al 5 marzo. Gli operatori del turismo invernale avevano speso fior di quattrini in vista della ripartenza che era stata annunciata. Ora le perdite sono ingenti e si teme che i ristori non basteranno.

“Palazzo Chigi fa sapere che la decisione di chiusura degli impianti sciistici è stata condivisa dal premier Mario Draghi e dal governo su indicazione del Comitato tecnico scientifico” – ha scritto in un tweet la Maglie, aggiungendo un invito molto deciso: “Lo chiuda il comitato di 451 teste pensanti che comandano da un anno senza successo”.

La Maglie ha criticato anche la riconferma di Speranza al dicastero della Salute. Il cambiamento auspicato da lei (e da altri) non c’è stato. Dopo un anno, le misure restrittive iniziano a pesare. In ballo c’è la tenuta psicologica degli italiani.

Roberto Speranza
(Getty Images)

“Perché ce l’ho con Speranza? Perché siamo distrutti da un eccesso di lockdown, perché non ha vigilato sul piano vaccinale, dai contratti all’organizzazione – ha detto Maglie aggiungendo – puntare tutto sui vaccini è miope. Ci voleva un altro ministro con altre idee”. 

 

 

 

 

 

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