Dagli ultimi dati Eurostat 2019 emerge che la Sicilia e la Campania sono le regioni europee più povere. La situazione fotografata si riferisce al periodo pre Covid. Con la pandemia i numeri potrebbero essere persino peggiorati
La pandemia tiene ancora sotto scacco l’Italia. Divieti e restrizioni ancora in vigore fino al 5 marzo (poi chissà) hanno effetti negativi sull’economia del Paese. Interi settori sono al collasso. Piange lacrime di sangue il turismo, che vale il 12% del Pil nazionale. Le città d’arte non registrano presenze dall’estero ormai da un anno. Il caso più emblematico è quello di Venezia, dove alcuni imprenditori del centro storico hanno gettato la spugna cedendo le loro attività.
L’incertezza generale sui tempi per la ripartenza impedisce alle categorie commerciali e produttive di pianificare iniziative di rilancio economico. Un’inversione di rotta potrebbe arrivare con l’esecutivo guidato da Mario Draghi. Oggi inizia il secondo giro di consultazioni. Entro il venerdì i nuovi ministri potrebbero già giurare. Intanto la fotografia scattata all’Italia dall’Eurostat è preoccupante. Due regioni italiane risultano essere le più povere a livello europeo. Ecco quali sono.
Le regioni europee più povere? Sono Sicilia e Campania
Le regioni europee più povere sono la Sicilia e la Campania. Lo dice l’Eurostat, sulla base dei dati raccolti e riferibili al 2019, ovvero al periodo pre-Covid. In un anno di pandemia, la situazione potrebbe essere persino peggiorata. A livello nazionale il rischio povertà ed esclusione sociale è sceso dal 30% del 2016 al 27,3% del 2018 al 25,6% del 2019.
Le due regioni italiane hanno, in assoluto, il tasso di rischio povertà più alto nel circuito Ue. Le persone che hanno un reddito disponibile inferiore al 50% di quello medio nazionale sono, in Sicilia, il 41,4% della popolazione (era il 40,7% nel 2018) e, in Campania, il 41,2%, percentuale in calo rispetto al 2018. Si tratta di un triste record. Nell’Unione europea, infatti, la media per il rischio di povertà ed esclusione sociale è del 21,4%.
Per le donne, il rischio povertà è più alto che per gli uomini, con il 26,6% nel 2019 (in calo dal 28,4% del 2018) a fronte del 24,5% per gli uomini (dal 26,1% del 2018). Le cose non vanno meglio per i giovani. Per loro, in Sicilia e Campania, la percentuale di rischio povertà ed esclusione sociale s’attesta al 27,7%, contro la media italiana del 25,6%. Nella fascia 20-29 anni la percentuale di rischio, pur riducendosi dal 34%,7 al 30,8%, resta sensibilmente più alta della media.
Con il Covid le disparità sociali sono aumentate. Soffre anche il ceto medio. E’ cresciuto sensibilmente il numero dei ‘nuovi poveri’, ovvero donne e uomini che mai si erano rivolti ad una mensa solidale per avere un pasto caldo o un pacco alimentare.