Effetto Covid, disoccupazione in aumento. Quella giovanile è al 29,7%

Covid, crisi economica. E’ allarme per il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 29,7%. Nel solo mese di dicembre 2020 sono stati persi oltre 100mila posti di lavoro

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Crisi economica, effetto Covid. Cresce la disoccupazione giovanile che arriva al 29,7%. Mai così alta. Attività commerciali e produttive sono in ginocchio. Per non parlare del settore turistico, che vale il 13% del Pil nazionale. Le città d’arte non registrano presenze dall’estero ormai da quasi un anno. A Venezia molti negozi del centro storico sono stati rilevati dai cinesi. Per sostenere attività ed imprese il governo continua ad erogare ristori che però, a detta di molti, sono ancora insufficienti.

La Confcommercio stima che, entro il 2021, quasi 300mila imprese, tra piccole e medie, non riapriranno mai più. Anche i dati Istat, raccolti nell’anno della pandemia, fanno rabbrividire. A pagare un prezzo altissimo sono  soprattutto giovani, donne e autonomi, “anelli deboli del mercato del lavoro” (così li ha definiti il Cnel in un suo recente studio). Già facevano fatica a trovare lavoro prima dell’emergenza sanitaria. Ora, però, la situazione è precipitata.

Covid e disoccupazione. Le donne sono più penalizzate

Disocuppazione
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Istat ed Eurostat scattano una fotografia al mondo del lavoro nell’anno del Covid-19. Non c’è da stare sereni. I numeri raccolti sono allarmanti. Nel solo mese di dicembre 2020 sono andati in fumo più di 100mila posti di lavoro. La disoccupazione giovanile è arrivata al 29,7% e aumenta anche il numero dei cosiddetti inattivi, che sono coloro che non studiano e un lavoro, ormai, non lo cercano più. In particolare, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono aumentati del 3,6% rispetto a dicembre 2019 (+482 mila) e dello 0,1% solo nell’ultimo trimestre del 2020 (+17 mila). Nell’anno dell’emergenza sanitaria sono mancate le opportunità per chi si affaccia al mondo del lavoro per la prima volta.

Le donne sono le più penalizzate. In molti casi hanno dovuto scegliere se mantenere l’impiego o restare a casa, anche per accudire i figli alle prese con la didattica a distanza. Purtroppo, non sempre è stato possibile conciliare le esigenze familiari con quelle lavorative. C’è stato un calo complessivo di 101mila occupati, di cui 99mila erano donne. “Sono state loro – ha spiegato a Open Luigi Zanda del Pd – a farsi carico delle difficoltà imposte dalle variabili come la Dad, ma sono anche loro che da sempre fanno lavori precari per riuscire a conciliare vita e lavoro”.

Donna
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La crisi è drammatica ed impone un rilancio dell’economia, da promuovere a stretto giro. Un importante occasione di sviluppo potrebbe arrivare dal Recovery Plan.

 

 

 

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