Covid-19, stop alle mascherine all’aperto. C’è l’annuncio di Sileri

Emergenza sanitaria Covid-19, buone notizie in arrivo. Presto potrebbe arrivare lo stop alle mascherine all’aperto. L’ha detto Pierpaolo Sileri 

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(Pixabay)

Emergenza sanitaria Covid-19; non c’è pace per l’Italia, stretta ancora nella morsa del virus. Medici e infermieri lavorano senza sosta per la campagna vaccinale. Al momento si procede con le dosi di Pfizer e Moderna. Entro la fine del mese dovrebbe essere autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) il vaccino di AstraZeneca.

Dopo i ritardi, lunedì 26 gennaio, dovrebbe riprendere con regolarità la distribuzione delle confezioni Pfizer. Le regioni italiane procedono a velocità diverse e si distinguono tra più e meno virtuose. La Campania è tra quelle più attive. Il suo governatore, Vincenzo De Luca, ha proposto persino la “tessera del vaccinato”. Si registrano ottimi dati anche in Valle d’Aosta, Toscana, Umbria, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte.

Entro il 2021 nessun paese riuscirà a raggiungere la tanto sospirata immunità di gregge. Su questo punto è stata categorica l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’Italia ha opzionato un numero complessivo di vaccini che, comunque, basterà ad immunizzare soltanto il 50% della popolazione. Lo ha precisato il commissario straordinario Domenico Arcuri, in una recente intervista con Lucia Annunziata.

Al momento, non c’è obbligo vaccinale; ognuno può scegliere liberamente. Ad ogni modo, gli esperti concordano sul fatto che bisogna contenere i contagi durante la campagna vaccinale, perché una loro impennata fuori controllo potrebbe compromettere tutto il lavoro fatto finora.

In soldoni, finché non sarà terminata la campagna vaccinale, si dovranno mantenere ancora in vigore divieti, restrizioni e regole di prevenzione (lavaggio frequente delle mani, obbligo di indossare la mascherina e distanziamento fisico). Ma, per il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel.

Obbligo mascherine all’aperto, Sileri: “Stop graduale”

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(Pexels)

Piepaolo Sileri, medico nella vita e numero due del dicastero della Salute, è convinto che lo stop all’obbligo delle mascherine potrebbe arrivare prima del previsto ma, comunque, sarà un processo graduale. Il periodo immaginabile per l’operazione di allentamento potrebbe essere quello primaverile. Ne ha parlato in collegamento con Radio Cusano.

“Mio figlio ha 16 mesi, quando vede che la mascherina mi si muove lui me la rimette a posto. Vorrei buttarla nel secchio anche io che faccio il chirurgo e con la mascherina ci sono cresciuto. Ma per poterla buttare – ha precisato Sileri – dovremo essere sicuri di aver vaccinato moltissime persone. Quando l’avremo fatto e quando i numeri saranno migliori, magari in primavera, credo che la mascherina all’aperto, quando siamo da soli, potremo evitare di metterla”.

Per il viceministro tutto dipenderà dal ritmo della campagna vaccinale. “Il freno a mano andrà tolto quando avremo vaccinato, oltre agli operatori sanitari – ha detto ancora Sileri – anche tutti gli anziani. Progressivamente la comunità deve tornare alle normali attività. I ristoranti potranno riaprire la sera, potremo andare a cinema e a teatro, ovviamente con le regole che sono state stabilite“.

In queste settimane non si fa altro che parlare delle nuove varianti del Coronavirus, che rappresentano una minaccia per il buon esito della campagna vaccinale. La comunità scientifica internazionale si chiede se le mutazioni isolate potranno compromettere o meno l’efficacia dei vaccini già disponibili. I paesi dell’Unione europea ragionano persino sull’ipotesi di intensificare i controlli alle frontiere.

Sull’argomento si è espresso anche Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, favorevole ad una stretta sui confini nazionali. Dico di sì perché stanno emergendo varianti che destano qualche preoccupazione. In questo momento – ha detto a Skytg24 – la variante inglese ha un impatto sull’immunità di gregge, la variante brasiliana e quella sudafricana potrebbero non essere neutralizzate dal vaccino, o per lo meno alcuni studi preliminari suggeriscono questo. Proteggere le frontiere da altre varianti è una cosa positiva”.

Crisanti, inoltre, ha avanzato una proposta, che consiste nell’istituzione di una sorta di “osservatorio della nuove mutazioni Covid”. Ne ha parlato sempre ai microfoni di Skytg24. Il professore ha le idee chiare e non è per le mezze misure.

“Penso che la campagna del vaccino dovrebbe essere accompagnata a una campagna di sequenziamento di tutte le varianti perché, se emerge una mutazione resistente al vaccino, bisogna cambiare strategia e fare immediatamente un lockdown durissimo per evitare che si diffonda. Mentre stiamo vaccinando è prioritario vigilare che varianti resistenti non emergano o siano introdotte sul nostro territorio. Bisogna creare una struttura di sorveglianza apposita“.

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(Adobe Stock)

Crisanti non esclude l’ipotesi di un nuovo lockdown, da introdurre se la situazione dovesse precipitare. Alcuni giorni fa anche Walter Ricciardi ha chiesto un nuovo lockdown severo e generalizzato perché, a suo dire, il sistema delle aree di rischio non è più efficace. Il governo, però, non è intenzionato a chiudere tutto il Paese, indistintamente.

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