Covid Scuola, Cts: “Sì alla didattica in presenza”. Autonomia per le Regioni

Covid, Scuola: via libera dal Cts per il ritorno alla didattica in presenza. Ripartono oggi le scuole superiori. Margine di autonomia per le Regioni: se non vorranno riaprire dovranno assumersene la responsabilità

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Emergenza sanitaria Covid-19, buone notizie per il mondo della Scuola. Da oggi ripartono le superiori, con il ritorno alla didattica in presenza. C’è l’ok del comitato tecnico-scientifico, che ha dato parere favorevole per il ritorno tra i banchi. Gli esperti del governo hanno posto, però, una condizione: sì alla presenza in aula ma nella misura del 50% e fino al 75%, come previsto dal Dpcm del 14 gennaio. Da oggi ritornano in aula circa 800mila studenti, in particolare ragazze e ragazzi di Lazio, Emilia Romagna, Molise e Piemonte, che vanno ad aggiungersi ai colleghi di Toscana, Trentino, Valle d’Aosta e Abruzzo, tornati in classe già l’11 gennaio. Un bel passo avanti considerato che, giorni addietro, proprio gli studenti delle superiori avevano sottolineato la necessità di accantonare la didattica a distanza (Dad) per le numerose difficoltà riconducibili alla stessa, soprattutto per gli studenti con disabilità.

Fin dall’inizio della pandemia il mondo della scuola ha cercato di reagire nel miglior modo possibile allo stop delle lezioni in presenza. Alunni e docenti hanno dovuto sperimentare la nuova didattica delle aule virtuali; una buona alternativa, per carità, ma non sempre accessibile a tutti. In molti nuclei familiari mancano strumenti adeguati per seguire le lezioni in remoto. I dati Istat parlano chiaro. Il 33,8% delle famiglie non ha un computer o un tablet, il 47,2% ne ha uno e il 18,6% ne ha due o più. In molti casi, poi, manca persino la connessione ad internet. Dunque, l’Italia è solo agli albori del processo di digitalizzazione. Nella legge di Bilancio 2021 il governo ha introdotto il “kit digitalizzazione” una misura che, almeno nelle intenzioni, punta ad attutire le diseguaglianze tra i nuclei familiari italiani. 

Covid e Scuola. Le Regioni potranno rinviare le riaperture

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A partire da stamane una buona fetta della popolazione scolastica muoverà i primi passi verso il ritorno alla normalità, dopo mesi di stop alla didattica in presenza. Le superiori riaprono i cancelli in ben 7 regioni italiane. Il comitato tecnico-scientifico si è pronunciato in favore del ritorno in aula, suggerendo però un numero contingentato. La risposta degli esperti è arrivata dopo che il governo aveva chiesto espressamente un’indicazione sul ritorno in classe degli studenti delle superiori. Per il Cts è arrivato il momento di riaprire gli istituti scolastici e, se qualche presidente di Regione dovesse decidere diversamente, “dovrà assumersene la responsabilità”. Ai governatori viene quindi lasciata una certa autonomia, purché rispondano in prima persona delle scelte compiute. Per il comitato tecnico-scientifico bisogna tener conto “delle situazioni congiunturali dei diversi territori”.

Al momento, sulla questione del ritorno alla didattica in presenza, le Regioni procedono in ordine sparso. In Campania, a partire da oggi, si ragionerà sulla possibilità di far ripartire la scuola primaria. Dal 25 gennaio, invece, ripartiranno le scuole secondarie di primo e secondo grado. In Basilicata, invece, con ordinanza regionale, è stato deciso che ragazze e ragazzi continueranno con la didattica a distanza fino al 31 gennaio. Stesso discorso per l’Umbria dove, gli studenti delle superiori, faranno lezione nelle aule virtuali fino al 23 gennaio.

Insomma, molti governatori ci vanno con i piedi di piombo, sono estremamente cauti. E’ il caso di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia per il quale, considerati i dati giornalieri sull’emergenza epidemiologica, “la scuola non è un luogo sicuro”. La pensa allo stesso modo anche il presidente del Friuli Venezia Giulia che, in attesa della decisione del Tar al ricorso fatto da alcuni genitori contro lo slittamento della didattica in presenza, non intende cedere sul prolungamento della Dad.

Per le riaperture, ora, l’indicazione generale da seguire c’è. Tuttavia studenti e genitori sono in agitazione perché chiedono risposte certe sui criteri adottati per garantire la sicurezza in aula. Insomma, da un lato si scalpita per il ritorno alla didattica in presenza e, dall’altro, si chiedono tutele per la salute. Proprio in queste ore aumentano presidi e sit-in nelle principali piazze italiane per avere ulteriori rassicurazioni.

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina plaude alla decisione del comitato tecnico-scientifico. Il Cts ha ricordato che le scuole hanno un ruolo limitato nella trasmissione del virus. Ha ribadito e non è la prima volta che lo dice – ha spiegato Azzolina – che l’assenza prolungata da scuola può provocare conseguenze gravi nei ragazzi, per gli apprendimenti e per la sfera emotiva e relazionale”. La ministra si schiera dalla parte di quelli che vogliono la riapertura delle scuole. Per lei “il rientro in classe è un atto di responsabilità nei confronti dei nostri giovani”.

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Non resta che raccogliere le prime sensazioni degli studenti, circa 800mila, che a partire da oggi potranno rivedere i propri compagni di classe e salutare i docenti. Un passo importante nella direzione di un graduale ritorno alla normalità.

 

 

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