Pfizer, calo nelle consegne delle dosi di vaccino in Europa: da cosa dipende

Pfizer ha reso noto che, a partire dalla prossima settimana, ridurrà le consegne di vaccino anti-Covid verso l’Europa. Il motivo della decisione.

Pfizer, rallentamento nelle consegne in Europa del vaccino (Getty Images)
Pfizer, rallentamento nelle consegne in Europa del vaccino (Getty Images)

Pfizer ha lanciato l’allarme: “Non ce la facciamo a rispettare gli ordini garantiti a questi ritmi”. C’è bisogno di collaborazione. L’appello è rivolto alle altre case farmaceutiche, già all’opera per garantire altri ritrovati medici ugualmente efficaci contro il COVID-19. Pfizer, inoltre, recentemente ha precisato che diminuirà temporaneamente le consegne di vaccini anti-Covid in Europa. L’intento è mettere a regime la produttività delle risorse, in modo tale da essere nuovamente pronti in poco tempo per un’ulteriore tranche di dosi. Il lavoro prosegue in maniera costante e scrupolosa. Il resto dipenderà dalla tempestività e collaborazione che metteranno le diverse parti in causa.

Pfizer, ridotte le consegne vaccini verso l’Europa: il motivo

Pfizer, consegne in calo verso l'Europa per qualche settimana (Getty Images)
Pfizer, consegne in calo verso l’Europa per qualche settimana (Getty Images)

La produttività italiana prosegue in maniera spedita: ReiThera offre le prime garanzie in fatto di attendibilità, segnale incoraggiante per il nostro Paese che punta all’autonomia di risorse vaccinali in tempi relativamente brevi. Passo importante che consentirà l’ulteriore espansione della campagna vaccinale. Nel frattempo Pfizer garantisce da 1,3 a 2 miliardi di dosi l’anno. Traguardo possibile anche grazie allo stallo che l’azienda farmaceutica ha messo in opera per poter lavorare alle altre quantità da inviare: stasi di qualche settimana, dunque, break doveroso per comprendere e analizzare. Migliorare, qualora ce ne fosse bisogno, le specifiche del prodotto visto che tanti ancora sono gli interrogativi non sull’efficacia, bensì sulla durata del vaccino.

Al netto delle questioni ancora da risolvere, c’è l’impressione di essere a un punto di svolta non solo per l’Italia. Anche David Sassoli, dal Parlamento UE, ha chiesto pazienza e unità d’intenti agli Stati Membri. Siamo vicini al traguardo, ma serve la collaborazione di tutti per mirare a una condizione ottimale che possa coprire – a livello europeo – le criticità emerse con la pandemia da Coronavirus.

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