Scuola, caos sul rientro in classe: la crisi di Governo passa dall’Istruzione

La crisi di Governo rischia di consumarsi definitivamente attorno all’Istruzione. Tiene banco la questione del rientro a scuola dopo le feste: possibile slittamento di quattro giorni, raggiunto un compromesso sulla data, ma gli equilibri di maggioranza sono sempre più labili.

Scuola, maggioranza divisa sul ritorno in classe (Facebook)
Scuola, maggioranza divisa sul ritorno in classe (Facebook)

Nella tensione delle ultime settimane, che potrebbe minare definitivamente gli equilibri di Governo, rientra anche il piano scuola: la riapertura al 7 gennaio – come auspicato prima delle vacanze natalizie – sembra essere un’utopia. Proprio su questa apparente impossibilità, che arriva dopo i propositi (che rischiano di essere disattesi) fatti a fine anno, si gioca anche la partita dell’Esecutivo.

Così la diatriba Stato-Regioni sul tema diventa motivo ulteriore di attrito nella maggioranza: se prima i presidenti di Regione chiedevano un ritorno in classe a inizio del nuovo anno – anche come banco di prova dopo l’avvio della campagna vaccinale – ora confidano (quasi tutti) in un rinvio che dovrebbe portare le campanelle di tutta Italia a suonare di nuovo il 15 gennaio.

Istruzione, è bagarre sulla data del rientro a scuola

Scuola, caos sulla riapertura (Getty Images)
Scuola, caos sulla riapertura (Getty Images)

Lo slittamento di una settimana sulla tabella di marcia è quanto propone, alla luce dei numeri sul tavolo che annoverano cifre importanti in merito alla curva dei contagi in aggiunta alle eventuali migliorie da apportare al sistema dei trasporti, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini in veste di capodelegazione PD.

Non ci stanno la Azzolina e il Movimento 5 Stelle che fanno muro, sul banco degli imputati finisce anche il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli: l’accusa primaria, mossa in particolar modo da alcuni esponenti di Italia Viva, è la mancanza di un piano mezzi adeguato per evitare assembramenti e complicazioni durante il tragitto casa-scuola e viceversa. Tutto sembra essere in discussione, si fatica a trovare un equilibrio.

Forse anche per la situazione interna che vede Italia Viva sul piede di guerra pronta a staccare la spina all’Esecutivo di Giuseppe Conte: allora ogni occasione diventa buona per tenere il punto. Epilogo che, se vogliamo, almeno sul tema dell’Istruzione e la sua ripartenza, si è trovato dopo ben tre ore di discussione accesa. Tutti pronti, o quasi, a tornare in aula il prossimo 11 gennaio.

11 gennaio, compromesso sul rientro ma il Governo scricchiola

Conte-bis scricchiola sulla scuola (Facebook)
Conte-bis scricchiola sulla scuola (Facebook)

Questa è la deadline: linea di confine attorno a cui la maggioranza si ricompatta (per così dire, dato che il Conte-bis sta vivendo forse il momento di maggior difficoltà dalla sua proclamazione) che dovrebbe essere agevolata dall’entrata in vigore del nuovo decreto, il quale potrebbe (quasi sicuramente) mantenere alcune restrizioni vigenti durante il periodo festivo: dal 7 al 15 gennaio, infatti, si profila una “fascia gialla rafforzata” con il “weekend arancione”.

Anche se il Governo, per tante ragioni, sembrerebbe avviarsi verso tinte leggermente più opache: decisivi saranno i prossimi giorni e poi, forse, ci sarà un’altra campanella – quella che dovrebbe ridisegnare un Esecutivo di scopo – pronta a risuonare. Dai banchi di scuola a quelli della politica il passo è breve.

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